
’Lecturae’ per il Duomo. Nuovo ciclo di incontri
Si sviluppa in quattro eventi l’edizione annuale di ’Lecturae 2024’, ovvero ’Incontri all’Opera’, fatto vivere dall’Opera del Duomo di Siena con demiurgo il rettore Giovanni Minnucci, ospitato nella Sala delle Statue. Pensare al Duomo come continuo centro di vita, non solo religiosa, di tutti i tempi che conosciamo e che vogliamo sempre scientificamente esplorare, quello che viene chiamato ’Il Duomo dei senesi’, è il senso di un percorso a più voci, a cominciare dall’approfondimento degli studi storici su Siena e sul Concilio generale tenutosi nella città nel biennio 1423-1424.
Si comincia martedì 13 alle 17,30 nella Sala delle Statue del Museo dell’Opera con Marie Ange Causarano, docente all’Università di Messina, che terrà una Lectura sul tema ’Il quartiere della cattedrale: trasformazioni e presenze nell’area del Duomo sino al primo Quattrocento’.
Gli altri incontri riguarderanno varie tematiche storiche legate a Siena e al Concilio. Si prosegue infatti martedì 20 febbraio con ’La città e il suo Comune nel primo Quattrocento; istituzioni, assetti economici, equilibri politici’ con i docenti Barbara Gelli e Marco Giacchetto. Nell’incontro di martedì 27 febbraio, dal titolo ’La cattedrale di Santa Maria al tempo del Concilio’, protagonisti gli studiosi Gabriele Fattorini e Gianluca Amato. Si termina con lo stesso rettore Giovanni Minnucci mercoledì 13 marzo con ’L’opera della Metropolitana di Siena incontra la città’.
Scriveva Tiziano Terzani: "Solo se riusciremo a vedere l’universo come tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo", che poi è il suo più profondo e vero significato di questa lunga avventura fra storia ed arte che è il complesso del Duomo. Prosegue quindi questa felice ricognizione con esperti dell’arte sulla frammentazione, fra storia e bellezza, di tutto quello che il Duomo rappresenta per la città, per l’Italia, per il mondo intero.
C’è quasi da sperare che la sala che ospita questo convegno, e che ha una sua relativa capienza, possa essere felicemente non sufficiente. Sarebbe il segno che queste iniziative meritano un’attenzione destinata ad altri numeri. Sarebbe anche il segno di un legame, non solo indissolubile, ma fortemente attuale fra committenza e pubblico, sempre oltre i secoli e oltre gli uomini che ci rappresentano. A cominciare dalla grande struttura del Duomo stesso: il punto di partenza, la tensione verso la bellezza, verso l’arte. Anche il continuo stupore verso il passato, l’inatteso, fanno parte dell’opera architettonica.