È un ricordo accorato, quasi filiale, quello che il professor Andrea Pisaneschi fa dell’uomo, del professore, del giurista che è stato Giovanni Grottanelli de’ Santi nell’aprire il convegno organizzato dal Dipartimento di giurisprudenza e dalla Fondazione Mps nell’Aula magna del Rettorato. Dagli studi e dalla tesi di laurea, sull’India nel Commonwealth, "elogiata e premiata tanto da far dire a un giovane Grottanelli, che era stata apprezzata poichè nessuno dei presenti ‘sapeva molto di ciò di cui parlavo’. Poi il viaggio in America, a bordo della nave Vulcania in compagnia di personaggi come Gino Giugni, dopo la vittoria della borsa ‘Fulbright’, e l’innamoramento nei confronti della common law statunitense. Prodromi di un pensiero che svilupperà lungo la sua carriera, seguendo il suo maestro, Mario Bracci, a Roma alla Corte Costituzionale, per poi condividerlo con i suoi studenti".
Grottanelli non amava le verità assolute, preferiva ascoltare più che catechizzare, conservando quella semplicità che permette a Pisaneschi di utilizzare per dieci volte nel suo ricordo la parola ‘understatement’. Che ben si coniuga a chi ha sempre svolto il proprio ruolo con responsabilità, ma senza mai prendersi troppo sul serio.
Un grande senese, contradaiolo dell’Aquila, che fu sorpreso quando, nel 1992, lo designarono presidente del Monte dei Paschi di Siena, che proprio in quegli anni si trasformerà in società per azioni. Figura fondamentale, che traghetterà la nascita della Fondazione Mps assumendone la guida dal 1995, dandole forma, indicandone la strada e le funzioni fino al 2000.
"Una stagione, quella della nascita di Banca Spa e Fondazione Mps - sottolinea il presidente attuale della Fondazione, Carlo Rossi -, che vide Giovanni Grottanelli assoluto protagonista. Non mancò di essere un visionario, pur nella sua umiltà: ne sono esempio la sua vita di cittadino, di senese e di uomo delle istituzioni, oltre che la sua esperienza scientifica. Caratteristiche che manifestò anche nel ruolo di banchiere. Si adoperò perchè la banca non fosse confinata in una dimensione locale, mentre capì come la Fondazione potesse diventare il motore della crescita nei campi della cultura e dell’arte, del sostegno sociale e nella promozione dello sviluppo socioeconomico. Oggi, agli amministratori della Fondazione, Grottanelli ricorderebbe la libertà e l’indipendenza delle scelte".
La giornata è poi proseguita con il ricordo della figlia Miriam e con quattro sessioni dedicate ai temi cari al giurista Grottanelli. Le conclusioni di Enzo Cheli, amico e collega, già vicepresidente della Consulta.
Andrea Talanti