ELEONORA ROSI
Cronaca

"Lavoro la foglia oro con tecniche antiche"

Marco Caratelli artista di fama internazionale ci mostra le sue creazioni: "E spiego agli studenti cosa c’è dietro ad un quadro"

Marco Caratelli nella sua bottega ’Passato nel presente’

Marco Caratelli nella sua bottega ’Passato nel presente’

In Via di Monna Agnese, proprio accanto alle scale del Battistero, Marco Caratelli porta avanti con passione e dedizione la tradizione pittorica senese. Varcando la soglia della bottega ‘Passato nel presente’ si può infatti visitare la mostra permanente con le opere di Caratelli, conoscere l’artista e il suo braccio destro, il cane Gilda. "Ho fatto l’istituto d’arte a Siena, poi mi sono laureato in storia dell’arte. Ho iniziato a lavorare in una bottega dove facevano più o meno quello che faccio adesso, è una passione che come spesso capita è nata da sé" ha raccontato Caratelli. "Mi piaceva già tantissimo lavorare con la foglia oro – continua l’artista –, ero un appassionato di Klimt e poi sono diventato appassionato di pittura senese". Con le sue opere Caratelli contribuisce a esportare e rendere famosa l’arte medioevale senese in tutto il mondo. "Con il tempo ho cercato di tramandare un grande momento della mia città, un momento in cui Siena era ai massimi storici in quanto a maestria nella pittura – ha spiegato il pittore -. Nel corso della mia carriera mi è capitato di lavorare all’estero: ho fatto tre mostre a New York, dei lavori per una chiesa a San Francisco, un’altra mostra nello Wyoming. E da quattro anni lavoro per la National Gallery di Londra per cui di solito a fine stagione estiva faccio dei webinar dove spiego come si dipingeva nel 1300". Caratelli fa rivivere nelle sue opere i lavori e la bellezza dei dipinti dei grandi pittori senesi medioevali, da cui riprende non solo il soggetti e l’estetica ma anche gli strumenti e le procedure utilizzate. "La mia è una tecnica con origini molto antiche, che richiede una preparazione lunga, perché uso solo prodotti naturali. Esattamente come dipingevano Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, cioè con gesso da doratori, colla di coniglio, bolo rosso di Armenia, foglia oro zecchino e tempera al rosso d’uovo – ha detto l’artista –. Grazie ad un manuale del 1400, il Cennino Cennini, che racconta come venivano creati i colori nel Medioevo, ho potuto replicare le tecniche usate. Sappiamo che a partire dai piccoli rami delle viti, tagliati e carbonizzati sotto la cenere, ottenevano il pigmento nero".

L’artista si occupa anche di piccoli restauri di tavoli lignee e ritocchi di colore, ma molto intensa è anche la sua attività con istituti e scuole all’estero: "Collaboro con scuole americane e inglesi che vengono per fare dei laboratori, e cerco di spiegargli la particolarità del lavoro che c’è dietro le opere che vedono nei musei – ha detto il pittore senese -. Poi una Madonna con bambino può piacere o no, ma faccio quadri anche con dettagli che, se decontestualizzati, sono in grado di assumere un carattere contemporaneo".