REDAZIONE SIENA

L’allarme del pm Benetti "Violenze sessuali in crescita"

Le cifre dei maltrattamenti e le soluzioni al convegno organizzato dalla polizia. Il questore Milone: "Chi assiste faccia denuncia: vietato girarsi dall’altra parte"

di Laura Valdesi

SIENA

Il pugno allo stomaco arriva per voce del sostituto procuratore di Siena Silvia Benetti che fa parte della task force che si occupa dei reati contro le fasce deboli. "Sono in aumento le violenze sessuali nella provincia", svela. "Importante la volontà di una donna – prosegue il magistrato mentre i liceali nell’aula magna dell’Università stanno attenti –, deve essere espressa. Quando si tira indietro non si deve andare oltre. Altrimenti si profila un reato". Calamita gli studenti raccontando l’attività che svolge, l’accuratezza che serve nella lettura delle carte, la necessità di distinguere fra maltrattamenti e conflitti familiari. Dà ancora cifre sulle notizie di reato: "Dal primo luglio 2019 al 30 giugno 2020 ne erano state iscritte 171 mentre nello stesso periodo dell’anno seguente, sempre in pandemia, sono state 142 per maltrattamenti". Raccontare ai giovani cosa c’è dietro le quinte, la mole di lavoro svolto per la tutela delle donne, sensibilizzandoli al tema era uno degli obiettivi del convegno organizzato dal questore Pietro Milone all’Università, in sinergia con il rettore Francesco Frati. Che è intervenuto con un saluto in video. Il prefetto Maria Forte ha rivendicato "i grandi passi avanti compiuti" e l’esistenza di "una rete che funziona anche se le segnalazioni continuano ad arrivare", ponendo l’accento sull’importanza della "prevenzione", lavorando con i giovani.

Lancia un messaggio forte il questore invitando "anche chi assiste a certi comportamenti ’spia’ a denunciare episodi di maltrattamenti. Oggi non ci si può girare dall’altra parte, serve invece intervenire". La polizia, osserva, ha messo in campo vari strumenti "creando anche professionalità ad hoc perché le vittime devono fidarsi di noi. Stiamo lavorando anche sui soggetti maltrattanti, attraverso il protocollo Zeus, per il recupero. Nel 90% dei casi il programma riesce e le persone comprendono la gravità dei loro gesti". "Uno dei primi che ho avuto in carico mi disse – spiega lo psicoterapeuta Marco Cinci del Centro uomini maltrattanti di Grosseto – ’l’ho solo toccata, è lei che non regge’. Persona diplomata, normale. La prognosi della moglie era di 15 giorni". E se la professoressa Anna Coluccia che organizza il master dell’Ateneo ’Codice Rosa’ evidenzia come "la violenza sia un problema di salute per cui occorre andare oltre e pensare a servizi di vigilanza", l’avvocato Rossana Salluce spiega che al 30 ottobre si sono rivolte all’associazione ’Donna Chiama Donna’ 50 persone. In generale il 70% sono italiane, l’età media dai 25 ai 40 anni. Una delle misure di prevenzione è l’ammonimento del questore. "Una decina a Siena, si tratta di un’istanza per cui non serve l’avvocato", interviene il primo dirigente della polizia Maurizio Mazzei. Tantissimi i contributi: musicale con Isotta Carapelli, di riflessione con l’attrice Cristiana Dell’Anna, tecnico con la docente di procedura penale Chiara Fanuele. Ma il momento più toccante è quando gli studenti del Liceo economico e sociale e linguistico di Colle si alzano pronunciando ciascuno il nome di una vittima di femminicidio. Da qui si parte per centrare quello che la delegata del rettore Sonia Carmignani definisce "l’obbligo di risultato".