
di Giovanni Pellicci
La stagione 2022 sarà una vendemmia precoce. Già il fatto di parlarne ai primi di agosto, con alcune uve già in cantina, è segno del cambiamento climatico in atto e induce riflessioni e approfondimenti. Con numerosi distinguo e variabili sul tavolo.
"Nel territorio del Chianti Classico abbiamo molte diversità al suo interno – spiega l’enologo Alessandro Cellai che lavora tra le altre per Castellare a Castellina in Chianti e a Valle Picciola a Castelnuovo Berardenga – che sono dettate dalle altitudini, delle esposizioni solari, dalla composizione dei suoli e da come viene gestito il vigneto". In quest’area della provincia di Siena, a dominare tra i filari è infatti l’uva sangiovese, tendenzialmente più tardiva, ma non solo. "Sabato scorso – spiega Cellai – in una delle aziende per cui lavoro abbiamo raccolto le uve pinot nero e chardonnay con le quali andremo a fare basi per vini spumante; rispetto all’anno scorso abbiamo vendemmiato con 10 giorni di anticipo. Già questo è un segnale evidente di ciò che ci aspetta da ora in avanti". Se parliamo di sangiovese si attende la pioggia per migliorare una situazione critica.
"Le piogge registrate nelle ultime ore nell’area di Castellina in Chianti – osserva Cellai – sono un toccasana per una situazione in cui le vigne sono in stress idrico. Per parlare di vendemmia precoce dovremo valutare numerosi parametri come la maturazione fenologica delle uve: fin quando non avremo il grado zuccherino desiderato, non potremo vendemmiare".
Non a caso a Montalcino, la caduta di una buona quantità di pioggia (75-80 mm) nella settimana scorsa, ha rappresentato una notizia da commentare positivamente. "Il risultato è stato immediato – spiegano dal Consorzio - con il miglioramento delle condizioni delle piante, che iniziavano ad andare in stress mentre ora hanno ripreso vigore, e con il verde delle foglie che è subito tornato ad essere più vivace. Buone notizie anche sul fronte fitosanitario, con assenza di malattie fungine e con i vigneti in ottima salute, mentre l’incremento dell’escursione termica contribuirà all’evoluzione dei profumi del Brunello, del Rosso di Montalcino e degli altri vini dell’annata 2022".
Tornando al Chianti Classico la situazione cambia nel giro di pochi chilometri. "Noi siamo quasi a 700 metri ed il periodo di maturazione del sangiovese è solitamente più avanti, fin quasi verso ottobre; ad oggi però la situazione non è rosea – spiega Alessandro Gallo, direttore di Castello di Albola a Radda in Chianti -. Per ora conviene aspettare e riflettere su temi importanti per il nostro territorio come la gestione del terreno per fronteggiare meglio casi di bombe d’acqua e lo stoccaggio dell’acqua, per fronteggiare fasi così siccitose come questa".
Anche nella zona di Gaiole, la vendemmia pare essere anticipata. "A livello di preparazione interna siamo consapevoli che ci aspetta una vendemmia precoce e quindi siamo già pronti – spiega Simone Monciatti, enologo di Capannelle -. Ad oggi viaggiamo con 15- 20 giorni di anticipo rispetto a quello a cui siamo abituati: vuol dire che intorno al 20-25 agosto potremmo raccogliere le uve bianche e intorno al 15 settembre quelle rosse". Ancora più in basso, ad esempio a Pianella nel comune di Castelnuovo Berardenga, la vendemmia potrebbe scattare ancora prima. Ovviamente scongiurando fenomeni atmosferici estremi come la tanto temuta grandine.