La sfida del cuore. Innovativo intervento grazie alla tecnologia per curare le aritmie

Al policlinico Le Scotte è stata effettuata un’operazione che usa radiofrequenze su una paziente di 35 anni affetta da asistolie. Fino ad oggi l’unica terapia era l’impianto di un pacemaker definitivo .

La sfida del cuore. Innovativo intervento grazie alla tecnologia per curare le aritmie

La sfida del cuore. Innovativo intervento grazie alla tecnologia per curare le aritmie

Importante e innovativo intervento di aritmologia interventistica effettuato all’ospedale Santa Maria alle Scotte. Nei giorni scorsi è stato realizzato un intervento di cardioneuroablazione in una giovane paziente, affetta da sincopi traumatiche ed asistolie ricorrenti di lunga durata fino a 18–25 secondi. Questo tipo di intervento è tra i primi eseguiti in Toscana, ed il primo nell’area vasta della Toscana sudest.

La procedura, che rappresenta un’innovazione culturale e tecnologica, è stata eseguita dal cardiologo Amato Santoro, coadiuvato dai colleghi Claudia Baiocchi, Daniele Menci e Stefano Lunghetti e dall’anestesista Vincenzo Ialongo, in collaborazione con il personale infermieristico e tecnico dedicato alla attività di aritmologia interventistica afferente alla Cardiologia interventistica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, diretta dal dottor Massimo Fineschi.

"Questo intervento innovativo – spiega il dottor Santoro - consiste nell’individuare e ’bruciare’ i gangli elettrici di innervazione del cuore, cioè le centrali nervose che mediano lo stato autonomico del sistema elettrico del cuore. Individuate queste regioni, selezionate le centraline elettriche del cuore da risparmiare, si erogano delle radiofrequenze, determinando una modulazione del sistema vagale che impedisce al cuore di proseguire ad essere affetto dalle asistolie, impedendo così gli episodi di sincope. Con radiofrequenze si vanno a distruggere le modulazioni nervose vagali presenti nel cuore. Che possono determinare blocchi sinusali, ovvero periodi prolungati in cui il cuore non si contrae. Finora in questi casi si andavano ad applicare pacemaker, soprattutto in pazienti con età più avanzata, visto che un pacemaker ha una durata media di solito di 20 anni. In questo caso l’intervento è stato eseguito su una paziente di 35 anni:. L’intervento di cardioneuroablazione è una metodica che ha preso piede negli ultimi anni e i centri che l’hanno più utilizzata ne hanno fatti massimo una quindicina".

C’è quindi una grande attenzione dell’Aou Senese nel settore dell’aritmologia, una branca della cardiologia che studia il sistema elettrico del cuore per la cura delle anomalie del ritmo cardiaco che possono provocare gravi disfunzioni.

"Fino ad oggi, l’unica terapia efficace in questi casi ed in queste patologie – conclude il direttore Massimo Fineschi – era l’impianto di un pacemaker definitivo, procedura non proponibile nei pazienti più giovani per le potenziali complicanze. La procedura di cardioneuroablazione è stata eseguita con successo permettendo così di evitare il posizionamento di un pacemaker definitivo per trattare le asistolie dalle quali era affetta la giovane paziente. Ci sono molti pazienti che afferiscono al nostro centro per le aritmie, è dunque importante stare aggiornati: questo intervento è esempio di come le nuove tecnologie possono offrire ai nostri pazienti qualcosa migliorativo per la cura e anche la prognosi dei nostri pazienti".

Paola Tomassoni