GABRIELLA PICCINNI*
Cronaca

La scomparsa di Tronti: dall'operaismo al dialogo con i cattolici a Siena

Mario Tronti, uno dei fondatori dell'operaismo teorico, è stato eletto nel 1979 al consiglio comunale di Siena. La sua presenza ha arricchito la vita politica e culturale della città, portando una prosa "oracolare" e rimanendo fedele all'impegno politico.

La scomparsa di Tronti: dall'operaismo al dialogo con i cattolici a Siena

di Gabriella Piccinni*

Quando, nel 1979, approdò al consiglio comunale di Siena eletto nella lista del Pci, Mario Tronti aveva già una robusta storia culturale e politica alle spalle essendo considerato uno dei fondatori dell’operaismo teorico degli anni Sessanta, quel movimento filosofico-politico che svolse un ruolo importante nell’alimentare in Italia il movimento studentesco del 1968. E dunque era un Tronti già molto noto quello che fece parte del nutrito gruppo di professori universitari che prestarono allora la propria professionalità alla politica della nostra città.

C’erano Mauro Barni, che fu sindaco, Emilio Sartorelli, Sandro Nannini, Maria Ludovica Lenzi, Cosimo Scaglioso che poi sarebbe stato come Tronti senatore della Repubblica. Anche altri consiglieri arricchivano la vita politica e culturale senese in modo molto riconoscibile, Vittorio Meoni, Roberto Barzanti, Viola Zalaffi, Roberto Franchi.

Il consigliere Tronti, portando in palazzo la sua fascinosa prosa "oracolare" (cit. G. Santomassimo) non smise di fare il suo mestiere di teorico, richiamando l’attenzione del consiglio sui fatti di politica nazionale e internazionale. Ricordo bene un suo non facile intervento sull’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Urss, pronunciato due anni prima della storica svolta con la quale Enrico Berlinguer, segretario del Pci, dichiarò la "fine della spinta propulsiva" delle società dell’est europeo.

Più avanti, anche quando Mani Pulite avviò il lento divorzio tra intellettuali e politica, lui rimase fedele all’impegno politico. Fu eletto senatore della Repubblica nel 1992 per il Pds e nel 2013 per il Pd; dal 2004 al 2015 fu presidente del Centro per la riforma dello Stato, fondato da Umberto Terracini e a lungo presieduto da Pietro Ingrao. Ebbe anche un dialogo intenso con il mondo cattolico e i suoi 90 anni li festeggiò con un ritiro spirituale. I giornali parlarono di "un comunista in convento" e lui replicò: "Anche quello politico è un credo". Del resto, a dispetto della fama di duro teorico operaista, era persona mite, e come tale lo ricordano oggi gli allievi di un tempo.

Ho ricordato la fisionomia del consiglio del 1979, del quale anche io feci parte, per una gratitudine profonda nei confronti di chi mi ha dato l’opportunità di crescere politicamente e intellettualmente all’interno di un’assemblea che fu davvero di alto profilo politico e culturale. Tutti insieme costoro, maggioranza e opposizione, si sforzavano di rappresentare una sorta di intelligenza collettiva.

*consigliera comunale Pd