La rabbia del capitano. Maggi: "Pene ingiuste per i nostri fantini. I ricorsi vanno guardati"

Il dirigente della Chiocciola: "Nessun cambio di posto per Gingillo. E la rincorsa si può invitare ad entrare: ora una riflessione sul Regolamento".

di Laura Valdesi

"Sono molto arrabbiato sia per il modo in cui è stato valutato il comportamento di rincorsa di Scompiglio a luglio che quello alla mossa di Gingillo ad agosto al quale è stata data una sanzione troppo pesante". Chiaro e forte il messaggio del capitano di San Marco Alessandro Maggi dopo la conferma della punizione per il suo fantino dell’Assunta, un’ammonizione che fa scattare il Palio di squalifica. Salterà Provenzano. "Credo che nell’inverno debba essere fatta una riflessione almeno sul Regolamento, su quanto emerso dalle punizioni", aggiunge. Ribadendo, per esempio, quanto già affermato da Scompiglio che ha avuto una diffida per non essere entrato prontamente quando il mossiere l’ha sollecitato a farlo. "Non si può dire ’entra’, costringendo una Contrada ad andare al canape. Semmai ’ora puoi entrare’. Se hai la rivale dovrai pure guardarla", osserva Maggi. Ribadendo poi l’eccessiva pesantezza dell’ammonizione inflitta a Gingillo "per aver abbassato il cavallo" rilanciando: "I ricorsi che vengono presentati andrebbero anche un po’ guardati, altrimenti diventa inutile farli. A nessuno, sia Contrada che fantino, è stato tolto nulla".

Vediamo come si era difeso Gingillo, e cosa ha ribattuto la giunta comunale. "Sostanzialmente ritiene che non gli si possa imputare il cambio di posto in quanto il Bruco non avrebbe, dopo il 16° minuto di mossa, mantenuto la sua posizione. Gingillo – si legge nella delibera – ripercorre accuratamente le fasi della partenza facendo inoltre un parallelismo tra la proposta di sanzione che lo riguarda e quella invece formulata nei confronti del fantino del Bruco". Non solo: "L’ipotesi che la Chiocciola avrebbe avuto convenienza a collocarsi vicino all’avversaria è una forma di presunzione di colpevolezza tanto più che il ’sottoscritto si è totalmente disinteressato dell’avversaria alla quale mai è stata rivolta attenzione o tentato di arrecare svantaggio’". Il suo atteggiamento, ribadisce, "non ha mai impedito al fantino del Bruco di riguadagnare comunque il proprio posto, se solo lo avesse voluto veramente". Gingillo sostiene poi di "non aver mai abbassato il cavallo e di aver mantenuto il posto assegnato dall’ordine di chiamata".

La giunta mette le mani avanti: "Certo non si può dire che in qualche modo sia stato limitata la possibilità di difesa del fantino". Bacchetta poi Gingillo perché nei ricorsi alla giunta le memorie devono avere natura esclusivamente difensiva mentre "richiama per almeno dodici volte il comportamento ai canapi del fantino del Bruco quale appunto responsabile dello scambio di posto". La giunta ritiene "che l’assessore delegato ha valutato se ci fossero circostanze esimenti per Gingillo così da non punirlo nel caso avesse subito il cambio di posto". Niente da fare, insomma: "La Chiocciola si trova al secondo posto e non pone in essere alcun tentativo per recuperare il terzo".

Non è certo l’unico dirigente amareggiato dalle punizioni dell’Assunta di cui sono state pubblicate ieri all’albo pretorio tutte le delibere con le motivazioni. Adesso non è il momento giusto, ma appare inevitabile anche allo stesso capitano Maggi che sul tema si rifletta amagri in Magistrato. Quanto ai capitani, ancora è presto per riunirsi. Ci sono elezioni e rinnovi, a gennaio le questioni saranno messe sul tavolo. A partire dal mossiere per i Palii 2024.