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La Philogen in Borsa Una spa da 700 milioni

La forchetta della quotazione va da 15 a 18 euro per azione. Sia la famiglia Neri che Dompè. manterranno le loro quote

SIENA

Philogen, la biotech società italo svizzera che fa capo alla famiglia senese Neri, con il suo quartier generale a Bellaria, e Philochem a Zurigo, specializzata in biofarmaci per disturbi dell’angiogenesi, batte i tempi: prima new entry 2021 nel mercato principale di Borsa Italiana. Ha disegnato il profilo e il valore dell’Ipo di Philogen. L’intervallo di valorizzazione indicativa del capitale, ante aumento, è compreso tra 548,3 milioni e 657,9 milioni, pari ad un prezzo minimo di 15 per azione e un prezzo massimo di 18 euro. Ciò vuol dire una capitalizzazione, post aumento di capitale, tra 609,2 e 731 milioni.

Un’iniezione di fiducia per il mercato senese: l’arrivo in Piazza Affari di una sua azienda vuol nuove opportunità. Philogen è stata fondata nel 1996 dai fratelli Neri: con Duccio ceo, Dario direttore scientifico e Giovanni direttore operativo che si occupa del business licenze. Assieme la controllano al 46 per cento attraverso la holding Nerbio. Il 36 per cento appartiene a Sergio Dompé, con o la cassaforte personale Dompé Holdings, capofila del suo gruppo farmaceutico. Mentre i fratelli Neri si trincerano dietro il silenzio imposto da Borsa Italiana, l’altra buona notizia per l’economia senese è la loro conferma di mantenere il controllo del capitale.

L’attesa quotazione di Philogen è una ventata di ottimismo per il settore nazionale della farmaceutica biotech: pochissimi gli attori di matrice made in Italy in Piazza Affari. Spicca Recordati, la cui maggioranza è stata rilevata dal fondo Cvc con ancora socio e ceo Andrea Recordati.

Philogen viaggia, quindi, in dirittura d’arrivo per la quotazione, dopo i tentativi non andati in porto nel passato: nel 2008 e nel 2011. Nel maggio 2019 la società aveva annunciato un aumento di capitale da 62 milioni di euro per far progredire i prodotti della pipeline e per espandere le strutture produttive dell’azienda per una produzione su larga scala di anticorpali. Era entrato nel capitale, con una quota del 18 per cento, The Equity Club, il club deal promosso da Mediobanca.

E a proposito di dinasty, iI fratelli Neri sono ‘eredi’ di Achille Sclavo, fondatore dell’omonima azienda, diventata Sclavo-Biocine, passata sotto Guelfo Marcucci, poi ceduta a Novartis.

Antonella Leoncini