
riceviamo e pubblichiamo
Come rettore dell’Università per Stranieri apprezzo l’intenzione di intitolare una via o una piazza di Siena a Mauro Barni, che ben merita questo riconoscimento nella città cui tanto ha dato. Ritengo d’altra parte assurdo trascinare la figura di Barni in una faziosa contrapposizione proprio nei confronti della sua Stranieri e del rettore in carica; un paradosso che smaschera l’uso strumentale e fazioso di una memoria che dovrebbe essere condivisa.
D’altra parte, la ’senesità’ del nostro fondatore aveva tutt’altra apertura e tutt’altra prospettiva, come è dimostrato appunto dall’aver voluto in città un ateneo internazionale, libero dal gretto orizzonte provinciale di chi oggi abusa del suo nome per interessi di parte.
Nel merito, è mio dovere ricordare che pochi mesi dopo la morte di Mauro Barni, Senato accademico e Consiglio d’Amministrazione approvarono unanimi la proposta del mio predecessore, Pietro Cataldi, di intitolargli l’aula magna della sede di Piazzale Rosselli. Tuttavia, non essendo trascorsi i dieci anni che la legge prescrive perché una simile deliberazione potesse essere applicata senza vincoli, era necessario l’assenso della famiglia: che allora non arrivò. Divenuto rettore, ho a mia volta sottoposto alla famiglia l’intenzione di intitolare a Barni l’aula magna della sede di via Pispini (peraltro l’aula più bella e ’senese’ della Stranieri, perché dentro le mura e con uno spettacolare affaccio sul rapporto tra città e territorio): avevo nel frattempo programmato per quella di Piazzale Rosselli l’intitolazione a Virginia Wolf, in un complesso sistema di dedicazione di aule e con una proiezione internazionale consona all’identità dell’ateneo proprio quale il suo stesso fondatore la aveva pensata. Anche in questo caso è però mancato l’assenso della famiglia.
Ho dunque stabilito, e messo a verbale del Senato accademico, che non avrei riaperto la questione nel termine vincolante dei dieci anni in cui occorre questo assenso. Ma quando – nel luglio 2027, meno di tre mesi prima della fine del mio mandato, e dunque d’intesa col nuovo rettore (o rettrice) che allora sarà già stato eletto – scadrà quel termine, potrò tornare a proporre agli organi accademici la dedicazione dell’aula magna di via Pispini a Mauro Barni, fiducioso che l’accoglienza sarà unanime e affettuosa.
Nell’attesa di quel giorno, mi pare rispettoso verso la memoria di Mauro Barni che le proposte di celebrazione e di omaggio prescindano dal chiamare ancora in causa, peraltro senza alcuna cognizione dei fatti, l’ateneo che dirigo, e la mia persona. Ci sforziamo ogni giorno di dare forma e forza nuove al progetto aperto e innovativo del nostro fondatore, e crediamo che non l’uso spregiudicato del suo nome per polemiche di parte, ma questo far vivere e crescere ciò che egli ha ideato sia un omaggio vero alla sua memoria, e alla città che egli ha tanto amato.
*rettore Università per Stranieri