REDAZIONE SIENA

"La libreria oggi è un luogo di resistenza"

L’iniziativa della Palomar, un messaggio con la frase di Cognetti. "In tanti lo leggono, ma poi se ne vanno. Un vero peccato"

"La libreria è un luogo di resistenza, come un bosco minacciato dalla città; abbiamo tutti il dovere di difenderla, perfino chi non ci entra mai. Perché il fatto che la libreria esista rende l’aria che respiriamo più buona e più libera". È una frase dello scrittore Paolo Cognetti, Premio Strega nel 2017 per ‘Le otto montagne’.

Chi passa per via Rinaldini, in questi giorni, può leggerla nel poster che Massimo Marinotti, il titolare della Libreria Palomar, ha esposto in vetrina. Un invito a entrare. A restituire senso a un luogo che è prima di tutto un luogo di incontro, tra persone, tra storie. Eppure, in tanti si fermano davanti a quella frase, leggono incuriositi, qualcuno scatta una foto da postare via social con un hashtag azzeccato, ma poi se ne vanno.

"In tanti si attardano davanti al bel messaggio - raccontano dalla libreria - ma è bizzarro come sette persone su dieci proseguano il loro giro in città senza fermarsi neppure un momento a sbirciare all’interno. Un vero peccato, perché la Palomar, come molte altre librerie indipendenti, è qui con uno scopo, una missione avvincente e profonda, che non si esaurisce nella mera compravendita".

Qualche buona notizia in questi ultimi tempi è arrivata. Il ministro Dario Franceschini che ha riconosciuto alle librerie indipendenti un valore sociale e aggregativo. I libri considerati come beni essenziali in questo periodo di pandemia. "Ma da molti anni ormai - affermano da Palomar - le librerie vivono una fase di affanno, dovuta ai grandi cambiamenti sociali, culturali ed economici che hanno investito il mondo".

Abitudini che cambiano, e che l’emergenza sanitaria ha contribuito a cambiare, indebolendo quelle realtà che hanno nell’incontro e nella vicinanza quel valore aggiunto adesso bandito per motivi di sicurezza. E allora ecco il grido d’aiuto, di un settore che è l’anima di un centro storico, di una comunità, e adesso chiede a quella comunità di aiutarlo a mantenere vivo quel ruolo, anche e soprattutto in questo momento. "Negli ultimi anni tante, troppe librerie indipendenti, anche storiche, sono state costrette ad abbassare la serranda - affermano da Palomar - mentre altre, per fortuna, continuano a rimanere un avamposto di resistenza e resilienza, nonostante cicatrici e profonde ferite. Noi non ci arrendiamo, ma questo non basta. Abbiamo bisogno di sostegni concreti. L’obiettivo è riemergere più forti di prima, creare un nuovo fermento culturale, ripopolare i centri storici e le piazze. Quindi restiamo aperti, continuando a credere nel profumo delle pagine, nelle strette di mano e nel potere delle parole".

Riccardo Bruni