"La laurea è un ascensore sociale Draghi promise 30mila posti letto"

Il presidente della Crui, Salvatore Cuzzocrea, al convegno in Rettorato su Università, formazione e lavoro

"La laurea è un ascensore sociale  Draghi promise 30mila posti letto"

"La laurea è un ascensore sociale Draghi promise 30mila posti letto"

"Il convegno si inserisce in un percorso più ampio di ripensamento ed aggiornamento dell’offerta formativa dell’Università nell’intento di renderla più rispondente alle esigenze espresse dal mondo del lavoro e favorire una maggiore e migliore occupabilità dei nostri laureati", così il rettore Roberto Di Pietra apre il convegno dal titolo ‘Cultura del lavoro nell’Università. Esperienze in corso’. L’evento ha visto ieri arrivare in ateneo, fra gli altri, i rettori delle Università di Messina, Padova, Camerino, Firenze; insieme al direttore generale del Mur, Marcella Gargano, e ad Antonio Uricchio, presidente Anvur. Una tavola rotonda, voluta dal rettore Di Pietra, per fare il punto sull’alta formazione, la didattica e le richieste del mondo del lavoro, insomma sulla terza missione dell’Università italiana. A ‘capotavola’ Salvatore Cuzzocrea – in collegamento video -, rettore dell’Università di Messina e attuale presidente della Crui, la Conferenza dei rettori delle Università italiane, con cui abbiamo parlato anche delle difficoltà degli studenti e del caro-affitti..

Presidente, qual è la questione in discussione?

"Affrontiamo il tema fondamentale della cultura del lavoro, che è poi l’obiettivo dell’Università, in quanto noi formiamo, diamo competenze, prepariamo al mondo del lavoro. Allora stiamo lavorando per integrare la nostra offerta, soprattutto nella direzione delle digital humanities, verso la componente digitale. L’università e la Crui stessa hanno oggi delegati ai dottorati e ai rapporti con le aziende: in questa direzione è il futuro dell’alta formazione".

Pensando ad un borsino delle lauree più attrattive o sfruttabili a livello occupazionale, ci sono corsi che salgono e corsi che scendono?

"Premesso che stiamo adeguando l’offerta formativa e integrando i corsi e che l’impatto della formazione universitaria è a tre o cinque anni di distanza, è vero che dopo il Covid tutte le aree scientifiche hanno avuto un’impennata, così anche informatica ed ha ripreso ingegneria civile, che era un po’ sottotono. Detto questo, l’area umanistica continua a reggere, forte dell’essere l’area della grande cultura e con grandi potenzialità occupazionali".

L’Università perde immatricolati anno dopo anno, si parla oggi di un calo del 7 per cento. Come invertiamo il trend?

"L’Italia resta il Paese che sforna meno laureati in Europa. Anche per questo occorre migliorare i corsi, adattarli alle esigenze del mondo del lavoro. La certezza è che la laurea non è un documento da incorniciare e appendere al muro, ma è ascensore sociale, preludio di occupazione e di carriera. I giovani devono essere coscienti che la laurea è lo strumento imprescindibile per arrivare alla remunerazione attesa e dignitosa".

C’è chi ha proposto una sorta di Erasmus fra gli atenei italiani: cosa si intende?

"Lo scambio di studenti, per periodi di studio, fra le nostre università; così come accade con quelle straniere. Lo studente inizia il percorso, si iscrive ad un ateneo in Italia, poi al posto di andare a Parigi o Londra, prosegue a Milano, Roma o Firenze. Gioverebbe così di una laurea congiunta e di minimi trasferimenti. E’ un’ipotesi reale, su cui stiamo già lavorando".

Si diffondono le proteste degli studenti contro il caro affitti.

"Un problema noto, anche su questo lavoriamo. Il Governo Draghi aveva previsto di realizzare, con i fondi Pnrr, 30mila posti letto per studenti. Con il primo bando ne sono stati fatti 8mila. Con la ministra Bernini continuiamo su questa strada: cerchiamo immobili vuoti e facilmente convertibili. La speranza è nella semplificazione del codice appalti, in modo da facilitare i lavori di adeguamento".

Paola Tomassoni