REDAZIONE SIENA

La foto diventa musica con Galliano. Vita e arte di un uomo originale

Una foto una storia Corrispondente di riviste internazionali, talent scout musicale, Passerini catturava l’attimo

La foto diventa musica con Galliano. Vita e arte di un uomo originale

Galliano Passerini era un bel pensiero che si era fatto persona: sguazzava nella fontana dell’originalità, rifiutandosi di essere imbottigliato come gli altri pensieri. Eccolo ritratto da Augusto Mattioli mentre si apprestava al suo lavoro sul tufo: sbuca fra due tutori dell’ordine e il conosciuto maresciallo Giomini. Era riuscito a guardare il mondo da Siena: lui che aveva collaborato con De Sica, nel trittico dei suoi ultimi film, con l’Accademia Chigiana, aver frequentato il Centro Sperimentale, essere stato soprattutto sé stesso.

Nel conformismo dilagante era la classica mosca bianca: potremmo snocciolare il suo grande curriculum ma non sposterebbe di una virgola il senso di un percorso umano e professionale di per sé unico, inimitabile. Fino all’innamoramento per la terra di Puglia, il Gargano in particolare, dove ci ha lasciato nel 2022. Ci è sempre piaciuto il suo stile irriverente: è bello essere un’eccezione in maniera spontanea, vera.

Molti lo ricordano come corrispondente delle più quotate riviste, da Life a Paris Match, alle italiane Epoca e Panorama, la nobile attività per l’Accademia Santa Cecilia di Roma, alla consulenza per grandi programmi televisivi, Da Uno Mattina a Sereno Variabile, fino alla passione di talent scout di grandi della classica e della lirica. Ma era soprattutto Galliano, sempre amabilmente riconoscibile nei suoi scatti, mai rituali, sempre diversi, unici. Un fotografo veramente originale non è quello che non imita nessuno, ma quello che nessuno può imitare. E qui ecco Galliano. La macchina fotografica è come un libro di schizzi di un pittore, uno strumento di intuizione e spontaneità. Un vero fotografo, e lui lo era, assapora sempre intensamente la vita, ogni centesimo di secondo. Sapeva benissimo che le fotografie non sono figlie della realtà, ma dell’artista che le crea. Al massimo sono nipoti della realtà. E parenti stretti di Dio. Una volta gli chiesi se c’è un segreto nel suo mestiere: "Tanti – mi rispose – ma importante è capire che non importa quello che stai guardando attraverso la macchina, ma quello che riesci a vedere".

Personaggi come lui, indimenticabili, ci rammentano che la fotografia è un modo di sentire la vita. Quello che si riesce a catturare un tempo in pellicola e adesso in digitale è catturato per sempre. Serve a salvare piccole cose e te le riporta al presente, anche molto tempo dopo averle dimenticate. Proprio come questa di uno spettacolare Galliano Passerini.

Massimo Biliorsi