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La Fondazione Barnabei contro la pena di morte "Chi può decidere per la vita si fermi"

Fra tre giorni l’esecuzione di Lisa Montgomery, prima donna ad essere giustiziata dopo 67 anni dal governo Usa

Torna a urlare contro la pena di morte la fondazione Derek Rocco Barnabei (nella foto la storica presidente Anna Carli), a tre giorni dall’esecuzione di Lisa Montgomery, "53 anni vissuti fra abusi sessuali fin dall’infanzia e disturbi mentali, prima donna, in 67 anni, ad essere giustiziata dal governo federale". La condanna che sta per consumarsi in Indiana, per la fondazione, è un rimando al ricordo indelebile di quella che, al termine di un controverso procedimento penale, il 14 settembre 2000 spense, con iniezione letale, l’italo americano di origine toscana Derek Rocco, accusato di aver ucciso la fidanzata e proclamatosi innocente fino all’ultimo. La fondazione riprende così l’appello della Comunità di Sant’Egidio. "… Siamo fermamente consapevoli che nessuna riparazione può venire mettendo a morte ancora un essere umano, una donna nella condizione di massima fragilità... Chiediamo a chi può decidere per la vita di fermarsi e considerare, come sempre più sta accadendo nel mondo, ogni misura alternativa…". "Lo scorso 16 dicembre l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato l’ottava risoluzione per la moratoria delle esecuzioni – spiega così la fondazione –, con 123 voti a favore. Nel 2007 la risoluzione ne aveva ottenuti appena 104. Nel 2018, 121. L’aumento (solo 38 gli stati contrari, 24 gli astenuti) è segno di un crescente consenso globale, nella consapevolezza che uccidere in nome della giustizia sia una pratica inammissibile, attenta all’inviolabilità e alla dignità della persona che non deve essere perduta neanche dopo aver commesso crimini gravissimi. Inoltre è accertata l’inefficacia come deterrente della pena capitale che ha conseguenze irreparabili in caso di errori giudiziari". "… Le analisi di Amnesty International – aggiunge la fondazione – mostrano che nel 2019 il numero delle esecuzioni, eseguite in soli 20 stati, è diminuito del 5 per cento rispetto al 2018, quarta diminuzione consecutiva. Ma non può bastare: in alcuni stati c’è stato un aumento. Purtroppo, negli stessi giorni in cui veniva approvata la moratoria, è stata confermata, da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, l’esecuzione delle condanne ‘federali’, emesse entro la fine del mandato Trump con il neoeletto presidente Biden impegnato a bloccarle…".

Angela Gorellini