
di Antonella Leoncini
"Siena è una tappa obbligata del mio spettacolo, anche perché Dante venne più volte in questa città e non le risparmiò i suoi giudizi. Ne parla anche il Boccaccio nel suo ‘Trattatello in laude di Dante’", dice lo scrittore e giornalista Aldo Cazzullo che stasera, alle 21,30, in piazza Jacopo della Quercia, porta in scena con Piero Pelù a EstatEventi Siena il suo libro ‘A riveder le stelle’. "E poi – continua - entrambi adoriamo Siena".
Dante cosa pensava dei senesi?
"Colse la fatuità di due ambizioni legate all’acqua: annettere il porto di Talamone alla Repubblica e scoprire il corso sotterraneo della Diana. Dante si occupò anche dei figli di papà della Brigata Spendereccia deprecandoli e punendoli all’Inferno".
I senesi dalla Divina Commedia non escono a testa alta?
"Dante prende in giro Siena ma con altre città della Toscana è più astioso: gli aretini sono ‘botoli ringhiosi’; gli abitanti del casentino porci; i fiorentini lupi; i pisani ‘volpi sì piene di froda’; i lucchesi ‘barattieri’; Pistoia, città del delinquente Vanni Fuci, fu ‘la sua degna tana’".
Cos’altro ricorderete di Siena?
"L’Arbia colorata di rosso per la battaglia di Monteaperti. E poi i personaggi: come Sapia che fece uccidere il nipote Provenzan Salvani".
Anche Pia de’ Tolomei?
"La vittima di uno dei primi femminicidi. Dante condannava chi faceva del male alla donna: una sensibilità importante in tempi in cui era considerata inferiore. Se avesse conosciuto Santa Caterina chissà che Canto le avrebbe dedicato".
La coppia Cazzullo Pelù?
"Ci siamo conosciuti in treno. Piero è venuto alla presentazione a Palazzo Vecchio di ‘A riveder le stelle’ e mi ha detto: ‘Se hai bisogno di un rocker che legga Dante, io ci sono’. Uno spirito libero che con le sue canzoni ha condotto battaglie importanti, adatto a leggere Dante".
Chi è Dante e chi Virgilio?
"Piero dice che lui è Dante ed io Virgilio: io racconto e lui legge".
Dante, il padre della lingua italiana, con la Divina Commedia ci ha descritto il Bel Paese. Cosa racconterebbe oggi?
"Per Dante, l’Italia doveva conciliare la tradizione classica con quella cristiana dal cui incontro nasce l’umanesimo. L’Italia non è nata dalla guerra, dalla politica ma dalla bellezza e cultura".
Quanto è attuale la Divina Commedia?
"Papa Francesco ha definito Dante non solo un poeta ma un profeta: i sentimenti che canta sono eterni. ‘Amor che nullo amato amar perdona’, è un verso immortale. Ispira Piero Pelù; canterà anche ‘Dante da l’Isola che non c’è’ di Edoardo Bennato fino a ‘Povera patria’ di Franco Battiato: uno spettacolo multimediale, con un impatto emotivo molto forte, e Piero è bravissimo a sorprendere".