
La data del 16 agosto 1952 resterà indelebile non solo nella storia dell’Oca, vincitrice, ma di tutte le tappe che costellano la storia del Palio. I fatti sono noti e scandiscono le irregolarità commesse dal Comune, incapace di saper imporre le ’sue” regole. Il Palio, naturalmente, è costellato anche da molti fatti che, veri o fantasiosi, ne arricchiscono il fascino. La chiave del Palio è da individuarsi nella presenza della Chiocciola, esentata dalla terza prova alla provaccia per un grave infortunio a Bruna. Con l’attuale filosofia del benessere animale, la Chiocciola sarebbe stata esclusa dal Palio che si svolse con una serie impressionante di episodi. Con le notevoli difficoltà di posizionamento di Bruna, cadono alla mossa Bruco e Aquila, con il fantino del Bruco (Boccaccia) che resta esamine sul tufo e viene trasportato all’ospedale. Scoppia il mortaretto, mossa annullata e rientro all’Entrone. I cavalli escono tutti dal Cortile del Podestà, ma quello del Bruco (Miramare) si avvia al canape scosso. Dal palco delle comparse si tenta l’invasione di pista, contenuta dai questurini, ma da Piazza si riesce ad entrare sul tufo e a dirigersi verso il Verrocchio. Inutile sottolineare gli attimi di tensione e, per attenuare, c’è la decisione che portò il Capitano della Chiocciola (Beccarini Crescenzi) a permettere la transumanza del suo fantino (Imolino) al Bruco e di ingaggiare Ganascia, che reclamava di correre, su Bruna. Così avvenne; ma la parola definitiva non fu assunta dall’Amministrazione, caduta in aperta confusione, ma dal funzionario di Questura Barra che, in considerazione dei pericoli di ordine pubblico s sempre più a stento controllati dalle forze dell’ordine, impose nel cambio dei fantini la soluzione che avrebbe permesso la conclusione della corsa.
I fatti del 1945 erano ancora vivi nella memoria di tutti. Adesso evidenziamo i considerevoli errori commessi dalla struttura del Comune. Pur con realtà sociali opposte all’attuale filosofia del benessere del cavallo, aver permesso alla Chiocciola di correre il Palio è stata la prima irregolarità. La seconda è quella di aver fatto uscire scosso dall’Entrone Miramare, in aperto contrasto con tutto ciò che è Palio. La terza irregolarità, ovviamente, è quella di aver permesso a Ganascia di correre il Palio e di permettere a Imolino il cambio di giubbetto. Opportuno evidenziare come, proprio questo evento, abbia influito nella modifica del Regolamento con l’ultimo comma dell’articolo 50.
Sergio Profeti