’La cura dell’arte’, opere da toccare Il Santa Maria ritorna a fare terapia

Resterà aperta fino a domenica 11 la mostra di sculture e architetture con l’Unione ciechi e l’istituto Sarrocchi

’La cura dell’arte’, opere da toccare  Il Santa Maria ritorna a fare terapia

’La cura dell’arte’, opere da toccare Il Santa Maria ritorna a fare terapia

Materialità, consistenza, ruvidezza: le opere e le sculture esposte nell’ambito della mostra ‘La cura dell’arte’ non sono da vedere, ma da toccare, a occhi chiusi, lasciandosi trasportare dai rilievi e dalle forme dell’argilla. La mostra-evento, inaugurata ieri e in programma fino a domenica 11 al Santa Maria della Scala, abbatte le barriere e rende l’arte accessibile a tutti. Il cuore pulsante del progetto è il concetto di accessibilità museale e dell’abbattimento delle barriere, temi che hanno unito il Centro Ricerche Europeo Terapia Espressiva di Firenze con l’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Siena, la Fondazione Santa Maria della Scala e l’Istituto Sarrocchi, che insieme hanno dato vita a ‘La cura dell’arte’.

La mostra espone famose opere d’arte e architetture tradotte in bassorilievi e pannelli tattili dagli studenti del Liceo artistico, sculture di argilla realizzate dai non vedenti nell’ambito del laboratorio di arteterapia dell’associazione UICI Siena, e delle immagini realizzate dai ragazzi nell’ambito del progetto ‘Statue in fuga al… Sarrocchi’.

"Il percorso che stiamo portando avanti con il Santa Maria della Scala è un orgoglio per la nostra associazione – ha detto il consigliere dell’UICI Massimo Vita -. Questa mostra mette in campo l’esperienza di giovani studenti che hanno lavorato per rendere accessibili i monumenti, insieme al lavoro fatto da noi non vedenti in un laboratorio di arte-terapia e alle opere di Giada Varricchio, una giovane donna che dipinge trasmettendo le sue emozioni". Alcuni studenti si sono prestati ad un esperimento: con le bende sugli occhi hanno fatto esperienza delle opere d’arte solo attraverso il tatto, in un momento carico di emozioni. "Abbiamo perduto il senso del tatto. L’arteterapia é una pratica trasversale – ha spiegato Silvia Ottobrini, direttrice dei laboratori -. Noi ci siamo molto divertiti nei laboratori, abbiamo fatto esperienza di modellare argilla e abbiamo prodotto sculte in piena libertà, perché il principio dell’arteterapia è la libertà".

All’inaugurazione della mostra presenti anche la presidente della Fondazione Santa Maria della Scala Lucia Cresti, la professoressa Elena Vitale dell’Istituto Sarrocchi e Loretta Secchi, curatrice del Museo Tattile dell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza di Bologna. "Queste iniziative ci permettono di riflettere su come possiamo avvicinarci al mondo delle arti in un modo funzionale, non effimero, che ci permetta di aprirci a tutte le possibilità che l’arte offre".

Eleonora Rosi