RICCARDO BRUNI
Cronaca

La Biccherna di Sano di Pietro tornata a casa Avrà il numero 106 tra i tesori dell’Archivio

Il generale Riccardi, comandante nucleo Tutela patrimonio culturale: "Acquistata e riportata qui, un Palio in cui abbiamo vinto tutti". Per il sindaco De Mossi "è stata un’operazione complessa". La direttrice Cardinali: "La collezione è il cuore del nostro patrimonio"

di Riccardo Bruni

È tornata a casa. Realizzata nel 1441, la Biccherna della Flagellazione attribuita a Sano di Pietro è stata riportata a Siena, ieri mattina, dai carabinieri del Comando per la tutela del patrimonio culturale. E adesso è la numero centosei della collezione custodita all’Archivio di Stato. Acquistata da un pittore tedesco più di un secolo fa, era stata recentemente segnalata nella collezione esposta al Wallraf-Richartz-Museum di Colonia, in seguito a una donazione.

Il valore era stato stimato, in occasione di un’asta, in un milione e duecentomila euro. Ma una volta ritrovata, le istituzioni italiane, con il Ministero dei beni culturali in testa, hanno deciso di riportarla a Siena ed è così partita un’operazione di recupero che si è conclusa con l’acquisizione, al termine di una trattativa in cui il Ministero italiano è riuscito a ridurre il prezzo fino a 750mila euro.

E ieri mattina, all’Archivio di Siena, si è svolta la cerimonia della consegna di questo piccolo capolavoro, che aggiunge un altro pezzo a quel racconto per immagini composto dalle Biccherne. "Un’acquisizione importante – sottolinea Cinzia Cardinali, direttrice dell’Archivio di Stato di Siena – che ci consente di restituire quest’opera alla città. La nostra collezione di biccherne è il cuore del nostro patrimonio, una delle parti più emozionanti".

"È stata un’operazione complessa – commenta il sindaco, Luigi De Mossi – per la quale dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato. È giusto che questa straordinaria opera d’arte ritorni a Siena. E questo è un tema fondamentale della nostra amministrazione. Le biccherne, inoltre, hanno un significato particolare, perché rappresentano il legame tra gli atti amministrativi, i conti, e le opere d’arte".

Queste tavolette dipinte erano infatti, in origine, le copertine dei registri di amministrazione della più importante e antica magistratura finanziaria senese, la Biccherna. In seguito furono commissionate anche da altre magistrature comunali, come la Gabella, il Concistoro, la Camera del Comune, l’amministrazione dei Casseri e delle Fortezze, e quindi da diversi enti cittadini. "Dal 1257 – spiega la direttrice generale degli Archivi, Anna Maria Buzzi – fino a metà Quattrocento, i magistrati facevano rilegare con queste tavolette i documenti che riguardavano il loro mandato. Sono quindi fonti importanti per conoscere la vita e la storia di Siena, attraverso le scene che vi sono raffigurate". Non possono essere divise dal loro contenuto, motivo per cui il Museo delle Biccherne si trova all’interno dell’Archivio di Stato, che presto organizzerà nuove visite guidate proprio in occasione della nuova arrivata, che si aggiunge alle altre 105.

Nel corso dei secoli, molte sono finite nel mercato antiquario e si trovano all’estero. Motivo per cui operazioni come quella che si è appena conclusa rappresentano la via principale di rientro, per valorizzare queste piccole opere d’arte in un contesto in cui possano raccontare la storia della città. A consegnare il nuovo ‘pezzo da collezione’ sono stati i carabinieri del Comando per la tutela del patrimonio culturale, diretto dal generale Roberto Riccardi. "Nel duecento – ha detto il militare – in questa città anche un libro contabile era un’opera d’arte". Il generale ha spiegato alcuni dei complessi passaggi che hanno consentito di concludere la trattativa per l’acquisizione dell’opera, descrivendo l’intera operazione come "un Palio in cui abbiamo vinto tutti".