PINO DI BLASIO
Cronaca

"L’Estate Chigiana, il festival del coraggio"

Nicola Sani, direttore artistico dell’Accademia: "In tutta Europa disdette di concerti e rassegne. Noi abbiamo avuto 23 eventi live"

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di Pino Di Blasio

Nicola Sani direttore artistico dell’Accademia Chigiana, non riesce a staccare un attimo dall’organizzare concerti o eventi. Ha rimandato l’intervista di qualche ora per una conference call in vista di un appuntamento importante fissato a ottobre. "Prematuro parlarne, meglio stilare i bilanci sul Summer Festival della Chigiana" dice iniziando il colloquio.

Perché ha definito il Festival 2020 della Chigiana un’edizione coraggiosa?

"Perché non era affatto scontato - è la risposta di Sani - riuscire a realizzare non dico un festival, ma addirittura un concerto questa estate. Un appuntamento come quello della Chigiana si organizza mesi prima. E ricordo che a maggio, durante il lockdown, si parlava di una ripresa dei concerti a dicembre. Consapevoli che non avremmo potuto fare il Festival che avevamo programmato assieme alla squadra dell’Accademia, Angelo Armiento e Stefano Jacoviello in testa, abbiamo predisposto un progetto che mixasse le attività in presenza con quelle on line. Che sarebbero state la nostra ciambella di salvataggio".

Progetto che poi è stato messo in pratica..

"Sì, ma perché c’erano i piani preventivi. Il concerto d’apertura del 5 luglio, sui testi di Sepulveda e la regia di Pizzech, il trio Carbonare-Meneses-Zilberstein, non sono cose che si improvvisano. Bisogna pensarle e condividerle con gli artisti. Il coraggio è stato quello: mentre in Europa, da Basilea a Aix en Provence, sono andati in scena festival fantasma, concerti e eventi disdetti, noi abbiamo organizzato il festival che volevamo".

Oltre al rispetto dei protocolli anti virus, qual è il bilancio?

"Due mesi di eventi, con 23 concerti live, oltre 50 concerti on line, 14 serate a porte chiuse con gli allievi della Summer Academy, sono cifre di un festival pieno di sostanza".

La risposta del pubblico?

"Eccellente. Aldilà del gradimento dei concerti, è stata la conferma che la gente aveva fame di musica. C’era l’orgoglio di avere un’occasione per sé, per poter partecipare a un evento. Avevamo meno posti del solito, ma tutte le sere quei posti sono stati occupati. E la Chigiana non ha rinunciato a nessuna delle sue prerogative: classica, contemporanea, teatro, musica antica, contaminazioni con le tradizioni popolari, tutte le anima sono state rappresentate".

Per questo ha scelto il titolo ’Oursounds’?

"Sì, i nostri suoni c’erano tutti. Non ci siamo nascosti dietro l’alibi di un anno particolare. La prima assoluta di ’Senza vento’ di Salvatore Sciarrino, eseguita al violoncello da Antonio Meneses, La Serva Padrona di Pergolesi, con doppia rappresentazione in piazza, hanno avuto un grande successo di pubblico. Elementi che hanno ribadito il nuovo corso dell’Accademia, il sogno della Chigiana tutto l’anno, laboratorio di suoni".

Il bilancio dei corsi?

"Alla fine dell’Estate abbiamo fatto i conti e il risultato è stato sorprendente: sono cresciuti sia gli allievi che le iscrizioni. Ci sono stati 255 allievi per i 22 corsi, più 465 iscrizioni da 30 Paesi. Molti sono stati incoraggiati a partecipare dal fatto che il Festival c’era. Una prova di fiducia verso la Chigiana. La piattaforma on line ha stregato tutti".

Quale sarà il menu dell’inverno Chigiano?

"Una splendida Micat in Vertice che si aprirà il 22 novembre. Sarà improntata alla musica da camera, visto che non si può pensare a grandi formazioni sinfoniche. Recuperemo tutto quello che abbiamo perso, a cominciare dal progetto ’Roll over Beethoven’, con i quartetti, i concerti per violino. Ripartiremo da dove eravamo rimasti prima del lockdown".