LAURA VALDESI
Cronaca

Inseguimento sull’Autopalio, la truffa con l’auto presa a noleggio per le nozze. “Ha chiesto scusa ad anziana e figlio”

Convalidati gli arresti dei tre giovani in fuga sulla ’Palio’: il finto avvocato resta in carcere, gli altri ai domiciliari

Siena, 10 maggio 2024 – Il finto avvocato, messo in fuga dal figlio dell’anziana truffata a Colle, è scoppiato in lacrime quando il giudice Sonia Caravelli alle 14 passate ha comunicato la sua decisione: resta in cella a Santo Spirito. Gli altri due ragazzi arrestati con lui dai carabinieri dopo l’inseguimento sull’Autopalio di cui tutti ancora parlano hanno cercato di consolarlo. In particolare uno, quello che aveva messo a disposizione la macchina per raggiungere Colle Val d’Elsa dalla Campania. L’ha accarezzato, l’ha rassicurato mentre gli avvocati difensori si avvicinavano a loro. Fuori dall’aula del tribunale – l’udienza di convalida delle misure cautelari si è svolta infatti a porte chiuse – si è sentita tutta la disperazione del 19enne di San Giuseppe Vesuviano. Che è stato subito accompagnato in cella dagli agenti della penitenziaria. Per gli altri due arrestati, invece, entrambi incensurati e giovanissimi, sono scattati gli arresti domiciliari in Campania con l’obbligo del braccialetto elettronico. Il pm Silvia Benetti, che ha seguito il caso, aveva chiesto il carcere per tutti e tre. Le accuse? Il finto avvocato, che resta recluso probabilmente perché aveva un precedente per rapina quando era minorenne, è accusato appunto di rapina impropria e di estorsione, i suoi compagni solo di quest’ultimo reato.

“Ha ammesso il fatto, chiedendo scusa all’anziana e alla sua famiglia davanti al giudice, dicendo di essere disposto a risarcire entrambe le persone offese", conferma l’avvocato Alfonso Tagliaferri che difende il 19enne. Due perché una è l’86enne di Colle caduta nella trappola e l’altro è suo figlio, arrivato proprio mentre il finto legale usciva dall’abitazione della madre con i pochi gioielli arraffati. E tutti recuperati. Il finto avvocato indossava ieri un tutore che gli immobilizzava la spalla lussata in quanto, conferma il legale, nel contatto con il figlio della truffata, che avrebbe scaraventato in terra per fuggire, si è fatto male. I suoi compagni hanno valutato addirittura di portarlo in ospedale. Il giovane ha reso dichiarazioni spontanee, come il 26enne, difeso dall’avvocato Michela Rossi e residente ad Ottaviano in Campania, che ha spiegato al gup Caravelli di aver messo a disposizione la macchina per venire in Toscana. La Volkswagen T Roc grigia, appunto, bloccata sull’Autopalio dai carabinieri, che era sta presa a noleggio per il matrimonio di suo fratello. L’unico che ha accettato di essere interrogato è stato un 24enne, studente universitario de L’Orientale di Napoli, che in questa ’missione’ nel Senese ha messo a disposizione la patente. Sapeva che dovevano andare a prendere dell’oro. E magari ci avrebbe anche guadagnato qualche euro. Non era a conoscenza, ha detto, della truffa.

Iniziata intorno alle 13.30 di lunedì scorso quando all’86enne di Colle telefona al fisso una persona che si spaccia per carabiniere. Dice che il figlio, come raccontato da quest’ultimo nella testimonianza a La Nazione, ha investito una donna che era in fin di vita. Lui stesso era rimasto ferito. Se non avesse pagato 9mila euro ad un avvocato (il 19enne che resta in carcere, appunto) che si sarebbe presentato a casa avrebbero arrestato suo figlio. A seguire la telefonata dal sedicente avvocato "che ha cercato di metterle pressione – spiegano gli investigatori – aggiungendo che se non aveva a disposizione tutto il denaro poteva consegnare gioielli in oro". Poco dopo il 19enne aveva bussato alla porta – all’esterno i due complici ad aspettarlo – per prendere i gioielli. Già stesi sul tavolo di cucina dalla pensionata. Ma era arrivato il figlio, nel frattempo, costringendo alla fuga il finto avvocato dopo una colluttazione con l’uomo. Il resto è ormai storia: l’inseguimento sulla ’Palio’, i militari che intimano ai tre di arrendersi, venendo poi portati in caserma. Nella Volkswagen noleggiata sono stati trovati diversi oggetti d’oro che erano stati portati via all’anziana, fra cui la fede nuziale.

Una storia clamorosa da cui però emerge che alle spalle di questi tre giovani inviati in missione c’è probabilmente un gruppo ben organizzato che li ha indirizzati sul posto. Chi ha chiamato infatti spacciandosi per carabiniere? Serviranno altre indagini.