REDAZIONE SIENA

"Il virus mutato non cambia terapie. Avanti con vaccini e anticorpi"

Claudia Sala, responsabile del Laboratorio sui monoclonali in Tls: "La variante del Covid è allo studio. Il nostro progetto continua come da programma, cercheremo soluzioni migliori contro la proteina Spike"

Siena, 22 dicembre 2020 - "C’è una variante del virus SARS-CoV-2 molto diffusa nel Regno Unito. Il genoma di questa variante è stato sequenziato e si è visto che, rispetto al virus ‘originario’, ha accumulato alcune mutazioni, cambiamenti nella sequenza dell’RNA, anche nel gene che codifica per la proteina Spike". Con la dottoressa Claudia Sala, coordinatrice del Monoclonal Antibody Discovery (MAD) Lab di TLS, cerchiamo di capire quali sono gli effetti del virus ‘mutato’.

Si è avuta più volte notizia di ceppi diversi di questo virus: perché ora spaventa?

"E’ naturale che qualsiasi notizia relativa alla pandemia generi preoccupazione. Occorre però affrontare il problema con lucidità e con le conoscenze e gli strumenti di cui disponiamo. L’insorgenza di mutazioni è un evento del tutto naturale, l’importante è riconoscerle e studiarle in laboratorio in modo da poter dare risposte a chi pone domande. Al momento la comunità scientifica può riconoscere le mutazioni che intervengono, può monitorarle nella popolazione e può studiarle".

Cosa vuol dire che il virus è mutato?

"Significa che la sequenza del genoma virale (RNA) è cambiata in uno o più punti. Dato che il genoma virale codifica per le proteine che costituiscono il virus, uno o più cambiamenti nel genoma virale si traducono in uno o più cambiamenti nelle proteine del virus. In parole più semplici, significa che il virus cambia un pochino il suo aspetto. Quanto questo cambiamento sia importante dipende dalle mutazioni intervenute".

Sembra non sia più aggressivo ma più contagioso: è così?

"Questa è, al momento, un’osservazione fatta su dati epidemiologici, relativi alla diffusione del virus in UK. Per poter definire un virus o una sua variante come più aggressivo, più virulento o più infettivo occorrono studi in laboratorio. Sicuramente gli scienziati inglesi stanno già pianificando questi studi".

Se il virus è mutato cambia anche l’approccio terapeutico?

"Al momento non ci sono ragioni per giustificare cambiamenti nell’approccio terapeutico".

I vaccini già prodotti saranno comunque efficaci?

"Come detto non ci sono ragioni per ritenere che i vaccini in fase di produzione e di somministrazione non siano efficaci. Anzi, i dati disponibili indicano che i vaccini già approvati da alcune autorità sanitarie o in fase di approvazione da parte di altre, funzionano. Solo gli studi di laboratorio potranno aggiungere dati nuovi a quelli che ora possediamo".

E i vostri anticorpi monoclonali?

"Lo sviluppo del nostro prodotto continua secondo i piani già noti. Non abbiamo ragioni per interrompere la procedura o per nutrire dubbi sulla bontà dell’approccio scientifico seguito. La nostra ricerca non si ferma e continua in questo momento per chiarire il meccanismo d’azione dei monoclonali scoperti. Chiarire il meccanismo d’azione significa anche studiare la risposta ad eventuali varianti del virus, come quella riportata dai colleghi inglesi".

Paola Tomassoni