DIEGO MANCUSO
Cronaca

Il violino storico. Serata speciale a San Biagio

Montepulciano, si conclude il Festival di Pasqua. Chelley in concerto con uno strumento del 1810.

Montepulciano, si conclude il Festival di Pasqua. Chelley in concerto con uno strumento del 1810.

Montepulciano, si conclude il Festival di Pasqua. Chelley in concerto con uno strumento del 1810.

Torna in Italia, la terra dove è nato, dopo 124 anni trascorsi interamente negli Stati Uniti. Un emigrato ‘speciale’, il violino realizzato intorno al 1810 dal liutaio Giovanni Battista Ceruti, le cui note echeggeranno questo pomeriggio alle 18, nel Tempio di San Biagio a Montepulciano, grazie alle sapienti mani di Cheri Lyon Chelley, sua entusiasta proprietaria.

La solista di Louisville, città del Kentucky, sede universitaria e di una prestigiosa orchestra, sarà la protagonista del concerto che chiude la decima edizione del Festival di Pasqua, eseguendo musiche di Bach, Elgar, Vivaldi, Puccini, Le Clair, Gershwin, Ysaye e Bartok. Ma inevitabilmente l’attenzione sarà calamitata da questo straordinario strumento, prodotto da Ceruti, esponente della scuola di Stradivari e Guarneri del Gesù, a Cremona, universalmente conosciuta come la culla dell’arte dei liutai. Ed è particolarmente significativo che per questo ritorno in patria, il violino ora della Chelley suoni a San Biagio, tra secolari mura di pietra. Perché, come scrive Thomas Kelley, marito della musicista, imprenditore finanziario e violinista (non professionista) a sua volta, nel saggio ‘Made in Italy. Corde allegate, le quattro stagioni di un violino italiano’, dedicato all’avventurosa vicenda dello strumento, il violino è espressione, fin dalla sua forma, del Rinascimento, ovvero di quella fase in cui si superano le idee e le conquiste dell’antichità; una fase di ripresa di cui il tempio opera di Antonio da Sangallo il Vecchio è una delle massime espressioni architettoniche. I Chelley sono riusciti a ricostruire la storia più recente del violino, restano sconosciute le circostanze in cui lo strumento prese la via dell’America: è sempre Thomas a ipotizzare che possa essere stato donato da Antonio Vivaldi a una delle bambine a cui insegnava in un orfanatrofio di Venezia e che, essendo diventate alcune allieve star della musica, proprio una di queste gli abbia fatto attraversare l’Atlantico.

Anche per i Chelley non è stato facile né acquistare né attribuire la paternità corretta al violino che, con un’etichetta falsa, era finito prima nelle mani di violinisti dilettanti e poi nella proprietà dell’orchestra di Louisville. Ingresso libero, ad offerta.