PINO DI BLASIO
Cronaca

Il saluto del Papa ai pellegrini: "L’esempio delle sante senesi"

Il Pontefice prega per Israele e Gaza e invoca il perdono, citando la storia di santa Bakhita. Il messaggio da San Pietro: "L’eredità di Santa Caterina e Sant’Agnese è sempre attuale. Fatene tesoro".

Il saluto del Papa ai pellegrini: "L’esempio delle sante senesi"

dall’inviato

E’ più coinvolgente cominciare dalla fine, dall’applauso che si è levato nella Basilica di San Pietro quando il cardinale Augusto Paolo Lojudice, ha pronunciato: "La messa è finita". Un applauso di ringraziamento dai 2800 pellegrini delle due diocesi di Siena e Montepulciano, dalla sessantina di sindaci, assessori e amministratori, dai sessanta sacerdoti che hanno concelebrato la messa, dai turisti ignari che visitavano la Basilica, che ha suggellato la lunga giornata. E che ha cancellato la stanchezza di una sveglia in piena notte, di una partenza poco dopo le 3 per un viaggio in pullman, quasi in colonna. E perfino la stizza di chi è arrivato tardi, di chi ha gremito piazza del Sant’Uffizio aspettando un’ora prima di entrare in San Pietro.

Ne valeva la pena. Perché quando Papa Francesco è apparso in piazza sulla Papajeep per il giro tra le varie comunità presenti, il livello dell’emozione e le grida di entusiasmo sono salite di grado. Aumentando ancora quando il Papa ha iniziato il suo discorso, raccontando la storia di Santa Giuseppina Bakhita, bambina di sette anni del Darfur fatta schiava, passata tra le mani di otto padroni, costretta a soprusi e violenze indicibili, con 100 cicatrici sul corpo. Eppure capace di perdonare perché aveva compreso il significato dell’amore grazie a un dono.

"Prego per Israele e la Palestina. prego per chi ha visto trasformare una festa in un giorno di lutto – ha detto il Pontefice –. Chiedo che gli ostaggi vengano subito liberati, chi è stato attaccato ha il diritto di difendersi. Ma sono molto preoccupato per la sorte degli abitanti di Gaza che stanno soffrendo e subendo tante vittime". Un messaggio forte quello pronunciato da Papa Francesco sulla guerra israelo-palestinese. La storia di Santa Bakhita era il prologo ideale per sperare in una stagione di perdono.

Dopo le preghiere contro tutte le guerre, compresa quella in Ucraina, il Papa è passato a ringraziare le delegazioni presenti in piazza. E quando è toccato al gruppo delle due diocesi di Siena e Montepulciano, è partito un applauso fragoroso. "Saluto con particolare affetto le comunità dell’Arcidiocesi Metropolitana di Siena-Colle di Val d’Elsa- Montalcino e della Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, qui presenti con il loro vescovo, il cardinale Lojudice – le parole del Pontefice –. La delegazione è composta da sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, associazioni e fedeli laici delle parrocchie accompagnati dai parroci, dai sindaci dei comuni delle due diocesi e dalle autorità civili e militari del territorio – ha continuato Papa Francesco –. Sono presenti i bambini e i ragazzi delle scuole e degli oratori, le famiglie e gli anziani, accompagnati dai responsabili dei servizi pastorali diocesani, i malati, accompagnati dai gruppi che li seguono, e diversi rappresentanti delle realtà caritative, assistenziali e sociali del territorio con alcuni di coloro che sono quotidianamente assistiti.

A tutti voi, caro popolo di Dio che vivete nelle due Chiese ’sorelle’, l’augurio di saper sempre seguire l’esempio tracciato da Santa Caterina da Siena e da Sant’Agnese da Montepulciano. Il loro esempio di donne delle vostre terre, seppur lontano nel tempo, è tanto attuale ai nostri giorni". Infine l’invito ai fedeli arrivati in massa da Siena e provincia: "Sappiate sempre far tesoro dell’eredità che queste nostre sante sorelle hanno lasciato non solo a voi, ma all’intera Chiesa". Poi la foto di rito con le autorità sul sagrato, la parata dei sindaci e del cardinale Lojudice con il Papa, e i regali che la comunità ha donato al Pontefice. Compresi quelli dei detenuti di Santo Spirito e Ranza.