
Il Re ombra in cattedra. Maaza Mengiste, storia delle donne etiopi che sfidarono il Duce
Il rettore dell’Università per Stranieri Tomaso Montanari ribadisce che l’evento del 12 marzo rientra nel ciclo ’Le storie delle donne’ e quindi è la Festa dell’otto marzo per l’ateneo. "Maaza Mengiste verrà da New York per l’appuntamento all’aula magna intitolata a Virginia Woolf. E la sua sarà la prima lezione della Cattedra Virginia Woolf, che intendiamo ripetere ogni anno, invitando personaggi e protagonisti di livello internazionale. Non obbligatoriamente donne".
La prima volta, però, è da copertina. Perché Maaza Mengiste è una scrittrice nata a Addis Abeba ma che vive a New York, che ha firmato un romanzo di successo, qualche anno fa: ’Il re ombra’, la storia di donne guerriere che in Etiopia hanno lottato contro Mussoloni. Non è un refuso di chi scrive, è come veniva pronunciato il nome del Duce dopo l’invasione nel Paese africano. In Italia il romanzo è stato pubblicato da Einaudi e tradotto da Anna Nadotti.
"Affidare a Maaza Mengiste la prima lezione della Cattedra Woolf - spiega Montanari - non è stata solo una mia scelta. L’ha voluta soprattutto Daniela Brogi, nostra docente di Italiano. Le scelte della Stranieri sono collettive. Io ho avuto l’idea di istituire la Cattedra Woolf; non solo l’aula magna, ma l’intenzione di investire sulla figura e l’opera della scrittrice. Ogni anno ci sarà un ospite straniero, un grande studioso che parli di temi che erano cari a Virginia Woolf: dalla questione femminile alla pace, dalla libertà dell’insegnamento universitario al pensiero critico".
Oltre al tema dell’emancipazione femminile, ci sono altri argomenti legati alla figura di Maaza Mengiste.
"Penso che la questione donna sia il motore di tutto - continua il rettore dell’Università per Stranieri - l’idea del dominio dei maschi sia il nucleo del pensiero occidentale da modificare".
Sì ma c’è anche il tema della decolonizzazione legato alla scrittrice etiope...
"Abbiamo scelto Mengiste per la sua qualità letteraria, innanzitutto. La sua lezione sarà intitolata ’La prima memoria’. E sarà dedicata a cosa significhi ricordare una storia che non dovrebbe esistere, e ispirandosi a una fotografia particolare, fatta dai soldati italiani in Etiopia negli anni Trenta. Certo che c’è anche il tema del colonialismo, dell’occupazione italiana in Etiopia. Che pone problemi sulla responsabilità italiana, ma genera anche il fatto che Maaza Mengiste parli e capisca l’italiano, la lingua di chi occupò il suo Paese. E’ una delle conseguenze di quei drammi. Vuol dire che c’è un legame con l’Italia, che deve farne nascere un altro su basi diametralmente opposte. E’ la complessità dell’identità, Maaza è anche italiana. Anche se c’è chi non vorrebbe sentirlo".
L’Università per Stranieri darà anche spazio al neo colonialismo di Russia e Cina?
"Senza ombra di dubbio. La situazione in Africa è estremamente complessa. Ma bisogna smontare sia il nostro colonialismo, che quello di Putin e Xi Jinping. L’Università non è un luogo di partito. Tutte le sollecitazioni che arriveranno da chi è in aula magna saranno raccolte. Sia da Maaza Mengiste che da chi l’accompagnerà nella lezione".