
L’onorando, in attesa di leggere le motivazioni, parla di condanne "ingiuste" "Rispettiamo le divise con cui collaboriamo come sentinelle del territorio" .
di Laura Valdesi
Priore del Nicchio Davide Losi, è arrivata la scorsa settimana una condanna per i fronteggiamenti del 2018 nei confronti di diversi contradaioli per rissa e persino per resistenza a pubblico ufficiale. "Consentitemi innanzitutto di manifestare vicinanza totale a tutti i condannati e anche agli altri, assolti, che hanno comunque dovuto affrontare il lungo percorso giudiziario. Abbiamo affrontato questo procedimento estenuante al loro fianco dando risalto nella difesa, di concerto con l’avvocato Luigi De Mossi che ringrazio, alle radici della Festa. Facendo i conti con un iter di identificazione che desta qualche perplessità in ordine alla certezza, come peraltro è stato rappresentato nel corso del dibattimento. E come era già emerso dalla sentenza del 26 aprile 2023 (sui fronteggiamenti del 2015, ndr) che aveva approfondito e basato il verdetto, in parte, proprio sul fatto che non è stata raggiunta la prova, al di là di ogni ragionevole dubbio, dell’identificazione degli imputati". La linea, nel corso del dibattimento, è apparsa chiara. "Quella di difendere l’espressione genuina della nostra collettività che si è sempre identificata in valori etici indiscutibili sui quali si fonda la Festa e il nostro essere contradaioli. E qui rispondo alla domanda sulla condanna per resistenza a pubblico ufficiale. Tale reato presuppone un comportamento violento. Ebbene, mi sento di respingere con forza tutto questo perché, in generale, non è un elemento che fa parte della Festa. Mi domando, in quale altra realtà che viene definita violenta i bambini vengono lasciati soli sul palco in Piazza? Il nostro modo di vivere non solo non è violento ma proprio il contrario. Fonte di sicurezza sociale e di ordine pubblico. La resistenza a pubblico ufficiale ci colpisce molto perché esprime contenuti esattamente contrari a quelli che invece ci animano". C’è sempre stato rispetto per le divise... "Grandissimo. Come hanno riportato anche i testimoni in sede del processo. Oltre alla leale collaborazione con loro tutto l’anno. Funzionale proprio all’ordine e ad un vivere che sia il più possibile sereno. Siamo presidio del territorio, ecco perché la condanna per tale reato ci amareggia tantissimo e ci sembra ingiusta, ancora prima di leggere le motivazioni, comunque importanti per un’analisi complessiva. Come può essere inoltre considerato giusto, parlo in senso ampio, tenere in piedi un procedimento giudiziario per sette anni con dispendio di risorse economiche, di energie umane, oltre che fonte di preoccupazione per chi l’ha subito quando la violenza, come detto sopra, è l’esatto contrario del nostro modo di vivere? Siamo garanzia di coesione sociale". Molti in città hanno considerato questa sentenza quasi una pietra tombale sulle tradizioni del Palio. "No, assolutamente no. Le preoccupazioni che desta questa situazione non sono solo legate alle condanna ma anche al timore di un ulteriore imbrigliamento dei sentimenti che animano la Festa. Quindi ad un sacrificio dell’identità contradaiola che ha bisogno di passionalità e spontaneità. Dobbiamo resistere ad un eventuale ulteriore appiattimento dei sentimenti perché non c’è cosa peggiore che abbattersi. Anzi, è proprio questo il momento per restare saldi nelle radici". Un momento nel quale sarebbe utile serrare i ranghi da parte di tutte le Contrade? "Sarebbe utile ma in questa città talvolta si vive di luoghi comuni. Uno di questi è il fatto che la rivalità è solamente in Piazza del Campo. Se questa è una frase fatta, ce ne sono tante, si accetta. Ma se è un principio fondamentale mi domando come possa essere compatibile con una linea difensiva – in questo completamente diversa dalla nostra – in cui, seppur parzialmente, si prova ad attribuire l’eventuale responsabilità di certi accadimenti solo ad una Contrada, il Nicchio. Mi domando inoltre come può essere compatibile questo principio con le querele contro ignoti che sono state fatte poco dopo il Palio del 2018. Sono rimasto molto, molto male. Anche se forse, purtroppo, non sorpreso visti i precedenti". Il Magistrato delle Contrade ha redatto un documento, il cui contenuto è stato ribadito dopo la recente sentenza anche dal rettore. "Colgo l’occasione per ringraziare il Magistrato per il comunicato che rappresentava molto bene quello che siamo e che prese una posizione molto forte a difesa dei contradaioli. E ringrazio anche le Contrade che ci hanno manifestato direttamente vicinanza". Della vicenda si parlerà in un’assemblea? "Come sempre. Approfondiremo ciò che ci è successo in attesa dell’appello che sicuramente sarà presentato".