Cardinale Lojudice, si aspettava numeri così importanti per il pellegrinaggio interdiocesano di oggi? Qual è il suo stato d’animo?
"Confesso di essere un po’ preoccupato. Muovere centinaia di persone, costringerle ad alzarsi di notte e a salire su 55 autobus, non è facile. All’inizio pensavo a una piccola rappresentanza, due o tre pullman in viaggio per San Pietro. Man mano l’iniziativa è cresciuta, l’entusiasmo ha toccato punte impensabili. Penso che valga la pena affrontare la bella fatica di una sveglia notturna".
E’ il primo pellegrinaggio interdiocesano che riguarda l’intera provincia?
"Non solo questo. Lo ribadirò durante la Santa Messa oggi che è il primo momento di incontro tra due Chiese sorelle sarà proprio di fronte alla Basilica di San Pietro davanti al Papa. Penso sia un bel segno".
E’ la prima volta che le diocesi di Siena-Colle-Montalcino e Montepulciano-Pienza si incontrano?
"Ufficialmente sì. Dal 3 settembre dell’anno scorso, quando le due diocesi si sono unite ’in persona episcopi’ è la prima volta che le diocesi si incontrano".
L’intera comunità senese oggi è a Roma da Papa Francesco...
"E’ proprio così: dagli studenti delle scuole agli anziani, dai volontari alle autorità, ci saranno tutti. L’entusiasmo è maturato nelle ultime settimane, ma noi italiani siamo sempre così: ci decidiamo all’ultimo momento. Abbiamo dovuto dire no ad altre richieste, perché i pullman erano più che esauriti, non sapevamo dove prenderli. Tantissime compagnie ci hanno risposto che non avevano più autisti né mezzi".
Nell’udienza preparatoria del 5 ottobre, Papa Francesco le ha fatto qualche richiesta particolare? Le ha detto che vuole incontrare i detenuti in pellegrinaggio?
"Riassumerla così è un po’ esagerato. Volevo prepararlo alla comunità che si troverà di fronte oggi e ho fatto presente al papa che tra i pellegrini c’erano anche sei detenuti, 4 di San Gimignano e due di Santo Spirito. Lui è sempre attento ai più deboli e agli esclusi, si è limitato a dire ’magari li potrei salutare’. L’organizzazione è capillare, non so se sarà possibile".
Cosa si aspetta Papa Francesco dall’incontro con le due diocesi e i 2.800 pellegrini?
"Un cammino comune, che metta al centro l’annuncio del Vangelo come priorità indiscussa di ogni iniziativa. Soprattutto Santa Caterina da Siena, così come Santa Agnese di Montepulciano, saranno al centro dell’incontro. Agnese precede Caterina di poco, sono quasi coeve. E la Santa di Siena si ispirava alla domenicana Agnese, patrona di Montepulciano".
Avete parlato di papa Pio II?
"Non so se papa Francesco abbia conosciuto il mondo rinascimentale, non credo abbia mai visitato Pienza. Non ci siamo soffermati sull’argomento".
Quanto durerà l’udienza dal papa in San Pietro?
"Penso un’ora, un’ora e mezzo. Non è mai lungo nelle procedure, anche se ci sono le letture in varie lingue".
A lei come cardinale e vescovo delle due diocesi, cosa pensa resterà della giornata di oggi?
"Un’esperienza di fede, di unità intorno al pastore della Chiesa universale. Un’esperienza anche simbolica, evocativa, perché abbiamo mosso un bel po’ di persone. Una giornata che ci lascerà sicuramente qualcosa, frutti che dovremo far germogliare ancora in tempi cupi come questi, tra venti di guerra in troppe parti del mondo".