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Il Poliziano chiude la stagione dei big Pennacchi, il padre, i nazisti e la lotta

Un veterano del palco per il gran finale a Montepulciano: "Sulle orme di papà come un novello Telemaco"

Il Poliziano chiude la stagione dei big Pennacchi, il padre, i nazisti e la lotta

Il Teatro Poliziano di Montepulciano chiude una stagione da record con Andrea Pennacchi, che porta in scena la Resistenza. Lo spettacolo in programma oggi alle 21.15 si intitola ‘ Mio padre, appunti sulla guerra civile’ ed è un atto di narrazione in musica. Pennacchi frequenta il palcoscenico da trent’anni, una lunga carriera costellata di personaggi, alcuni dei quali lo hanno reso noto anche al pubblico televisivo. Di questi il più conosciuto è sicuramente il Pojana, protagonista del precedente lavoro che l’artista ha portato in scena.

In questo testo la narrazione si fa più intima e lo riguarda in prima persona. Accompagnato dai brani musicali originali e dalle rielaborazioni di temi tradizionali curate dalle chitarre di Giorgio Gobbo e Gianluca Segato, in questo spettacolo, di cui è anche autore, Pennacchi racconta la storia di suo padre, partigiano deportato nel campo di concentramento di Ebensee.

"Attraverso la vicenda paterna, trattata con toni ora intimi ora ironici, si amplia la prospettiva - spiegano i curatori della rassegna teatrale - su un periodo centrale e comunque irrisolto per la storia d’Italia. L’espressione dialettale e la levità delle battute inducono al sorriso, pur affrontando l’abominio nazista e l’impietosa lotta per la sopravvivenza".

Pennacchi ha concepito questo testo dopo la scomparsa del padre. "Quando è morto – racconta l’attore – mi sono svegliato di colpo e c’era un casino da mettere a posto. E il papà che era bravo a mettere a posto, non c’era più. Così sono finiti i miei favolosi anni Novanta. La fine di una festa, la nascita di una nuova consapevolezza". "Come Telemaco, ma più vecchio e sovrappeso - spiega ancora l’autore e protagonista - mi sono messo alla ricerca di mio padre e della sua storia di partigiano e prigioniero, ma più ancora della sua Odissea di ritorno in un’Italia devastata dalla guerra. Sperando di trovare un insegnamento su come si mettono a posto le cose".

Si conclude così il programma invernale del Teatro Poliziano che ha presentato grandi nomi come Lino Guanciale, Marisa Laurito, Paolo Fresu, Sabina Guzzanti, Giorgio Tirabassi, Antonio Rezza. "Tutti gli spettacoli sono andati sold out – afferma Sonia Mazzini, presidente della Fondazione Cantiere Internazionale – anche in virtù degli oltre 250 abbonati che in un Comune di 14mila abitanti, peraltro dotato di due teatri, danno la misura del fermento culturale riattivato anche grazie al nostro lavoro". Riccardo Bruni