Il patto con l’Umbria per la MedioEtruria

I presidenti delle due Camere di Commercio rilanciano il progetto di una stazione per l’Alta Velocità

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"Per rendere realizzabile questo progetto e per garantirne la sua sostenibilità, soprattutto dal punto di vista economico-gestionale, è necessaria l’unità d’intenti di tutte le istituzioni che rappresentano i territori, senza alcuna eccezione". Nella convocazione della conferenza stampa che si terrà questa mattina nella sede della Camera di commercio di Arezzo-Siena, con il presidente Massimo Guasconi insieme al collega al vertice dell’ente camerale dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, è chiara la linea sul tema "Una stazione per l’Alta velocità: un grande progetto di sviluppo per due regioni e quattro province".

La realizzazione della stazione Medio Etruria, che ricalca la Medio Padana, non in una grande città ma in una sede potenzialmente attrattiva per un vasto bacino di utenza, passa solo dalla coesione di tutti i soggetti coinvolti. E c’è bisogno di sottolinearlo perché, ad oggi, non è così. In ballo ci sono tre opzioni: Rigutino-Arezzo (è in corso una raccolta di firme per sostenere la scelta), Chiusi-Siena, o una soluzione mediana individuata a Creti-Farneta o in alternativa a Saragiolo-Bettolle come proposto dal vice presidente del Consiglio regionale Scaramelli. Naturale che la scelta mediana sia la preferita dall’Umbria, ma oggi le due Camere non prenderanno posizione per l’uno o l’altro progetto. Il messaggio sarà chiaro: solo una macro-area da quasi un milione e mezzo di abitanti, con oltre 200mila imprese e 600mila occupati, oltre 10 milioni di presenze annue, può rappresentare una massa critica in grado di convincere Governo e Rfi della bontà del progetto. Presentarsi divisi per questione di campanile rischierebbe di essere esiziale, serve un sostegno compatto (le province di Siena, Arezzo, Perugia, Terni ma anche Grosseto potrebbe essere coinvolta) a favore del progetto, per poi rimettersi alle decisioni di chi dovrà fare l’investimento. Non sarà facile convincere tutti, ma l’appello delle categorie oggi sarà ribadito con forza.

Orlando Pacchiani