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Il Pakistan flagellato dai monsoni Previsti altri arrivi nei prossimi mesi

L’emergenza dei profughi in arrivo dal Pakistan resta al centro dell’agenda di Prefettura, Comune e Caritas. L’intesa per il montaggio di una tensostruttura nell’area verde della Caritas in via Mascagni che possa ospitare durante la notte i cittadini pakistani in attesa di essere registrati in Questura come rifugiati ancora non è ancora scattata. Sul fronte prevenzione e monitoraggio delle loro condizioni di salute però qualcosa si è mosso.

Il distretto sanitario di zona ha fornito un medico per visitare i cittadini che chiedono un pasto alla mensa Caritas, proprio in quei locali. Un modo per valutare i casi più gravi. Le visite, partite la scorsa settimana, finora hanno portato otto pakistani alle Scotte. Gli stessi che poi, una volta dimessi, sono stati ospitati alle Tolfe, in attesa dell’ingresso nei Cas.

Gli arrivi, durante i prossimi mesi, potrebbero essere destinati a salire anche a causa della tragedia che si è abbattuta sul Pakistan dove, dopo tre mesi dipiogge monsoniche continua la conta dei morti (almeno 2mila) e degli sfollati (stimati in 33 milioni) a causa dalle inondazioni. Pochi giorni fa personalità e associazioni senesi avevano inviato alla Prefettura una lettera con 220 firme per chiedere che l’intesa fra istituzioni per trovare una sistemazione provvisoria ai pakistani senza tetto non si arenasse. La Prefettura ha fatto sapere ai firmatari di essere disponibile a un confronto e li ha invitati a contattare la sede di Palazzo Reale per fissare un appuntamento nei prossimi giorni.