
di Federica Damiani
"Da questa pandemia abbiamo imparato ciò che si poteva imparare".
Cosa, in realtà?
"Che indossare la mascherina diventerà parte delle nostre abitudini, soprattutto in aereo quando torneremo a fare lunghi viaggi. Se gli Asiatici la portano da dieci anni ci sarà un motivo. Poi abbiamo imparato il rispetto per lo spazio personale. Noi Italiani eravamo abituati a stare appiccicati. Quante volte in fila arrivava quello da dietro a spingerti. Oggi sappiamo che non si può fare. E’ un fatto culturale. Se andavi in India era anche peggio mentre in NordEuropa ti avrebbero guardato male".
Camila Raznovich rappresenta la vera cittadina del mondo ma con i nonni materni toscani, una di quelle persone per cui viaggiare è come respirare. Nata a Buenos Aires da due architetti argentini, seguaci di Osho, ha trascorso la sua infanzia in un ashram in India. La sua vita fatta di amore universale e condivisione, ha costretto Camila a crescere in fretta. Spedita da sola su un aereo a dieci anni verso un college inglese, ha imparato a parlare quattro lingue e ad essere indipendente. Ha vissuto a Londra, a New York e adesso a Milano. Ogni domenica raggiunge Roma con il treno o in aereo per condurre uno dei programmi più amati dal pubblico, ‘Kilimangiaro’, la bibbia dei viaggiatori e aspiranti tali.
Camila, torneremo a viaggiare? E soprattutto come?
“In trasmissione abbiamo lanciato #torneremoaviaggiare perchè si, succederà. Quando saremo tutti vaccinati o immunizzati come me che ho preso il Covid e per un po’ sarò protetta. Sarà una ripresa graduale. Cominceremo a frequentare le mete più sicure, poi quelle europee e infine i viaggi intercontinentali. E’ stato utile comprendere che oggi per uscire dalla routine non è necessario andare dall’altra parte del mondo. Abbiamo riscoperto il turismo di vicinanza e questo è un grande vantaggio per noi Italiani, che viviamo in un Paese bello".
Dopo la prima ondata si è parlato molto di riscoperta dei borghi. Sarà un trend che continuerà anche in futuro?
"Io credo di si. Pensa solo al fatto che con la stessa cifra puoi affittare una casa di 400 mq in un borgo oppure un appartamento di 50 mq a Milano. Io non credo che questa pandemia sia stata uguale per tutti. Noi a Milano abbiamo vissuto in una scatola di scarpe, senza mai uscire, sempre e solo con la mascherina. Già il fatto di poter avere una vista da guardare, un panorama da vivere ti fa sentire il mondo più grande. Dal punto di vista psicologico aiuta moltissimo. Per non parlare di quello fisico. Hanno chiuso le palestre e io cammino per le strade della città. Chi vive in provincia può farsi una passeggiata in campagna. Il Covid ha mostrato tutte le debolezze e i limiti delle metropoli. Sono certa che I piccoli borghi torneranno a popolarsi".
A proposito di borghi, la scorsa estate sei stata ospite de ‘La Terrazza’ a San Casciano dei Bagni…
"Un posto magico. Non vedo l’ora di tornare. Le passeggiate, le terme, I sapori di San Casciano sono nel cuore".
Hai due figlie quasi adolescenti. Dove ti piacerebbe che vivessero?
"C’è una canzone che dice ‘vivi a New York ma lasciala prima che ti indurisca, vivi San Francisco ma lasciala prima che ti rammollisca’. Credo che ci sia un posto per ogni età. Io ho vissuto tre anni a Manhattan ma oggi non potrei. Tra qualche anno vorrei vivere in un casolare in campagna. Io auguro alle mie figlie di vivere dovunque ci sia un posto che le sfidi. Dopo l’università in una grande metropoli, magari a Singapore visto che il futuro sarà in Asia. Mi piacerebbe che vivessero quelle esperienze di crescita fondamentali, come condividere un appartamento con ragazzi che arrivano da tutto il mondo".
Hanno appena istituito un Ministero del Turismo in Italia..
"Fischia, era l’ora. All’estero hanno una nocciolina e la spacciano per una torta glassata. Noi abbiamo dieci torte glassate e non riusciamo a valorizzarle come dovremmo".