
Tra i 23 articoli dello statuto della Fondazione Biotecnopolo, ce ne sono due che rappresenteranno l’ossatura della nuova frontiera per Siena e per la ricerca nazionale. L’articolo 3 definisce compiti e attività del ’Centro nazionale anti pademico’, chiamato a svolgere "le funzioni di hub antipandemico nell’ambito delle iniziative dell’intervento ’Ecosistema innovativo della salute’ del Piano nazionale per gli investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza".
Dovrà essere la cabina di regia, con sede a Siena, di tutte le attività di ricerca, di innovazione e di trasferimento tecnologico al sistema produttivo, per prevenire e contrastare le epidemie e le pandemie. Sviluppando nuovi vaccini e anticorpi monoclonali contro malattie infettive emergenti, studiando nuove forme per la lotta contro l’antibiotico resistenza, arrivando a produrre lotti pilota di farmaci e vaccini per le emergenze. Siena sarà il centro di una ragnatela di laboratori, università, centri ricerca, industrie produttive per dar vita all’avamposto nazionale contro le pandemie. La Fondazione Biotecnopolo, attraverso il Cnap, gestirà le risorse assegnate. E si parte dai 340 milioni di euro stanziati fino al 2026 dai fondi del Pnrr.
La figura di raccordo tra il Biotecnopolo e il Centro antipandemico sarà il direttore scientifico. Tra tutti gli organi previsti nello Statuto, è quello che ha più ampi poteri di gestione. Sarà nominato dal consiglio della Fondazione, ma su proposta del ministero della Salute. E dovrà essere uno scienziato di fama internazionale, "con prestigioso curriculum scientifico e con comprovata capacità gestionale di strutture di ricerca complesse". Il candidato ideale è senza dubbio Rino Rappuoli, che corrisponde perfettamente all’identikit. Dovrà creare una struttura tecnico-amministrativa di supporto, il mandato durerà 4 anni, rinnovabile una sola volta. E il suo compenso, come quello del presidente e dei consiglieri, è determinato per decreto interministeriale.