Il cardinale degli ultimi si confessa: "Papa Francesco e la nuova Chiesa"

Augusto Paolo Lojudice: "Quando mi nominò arcivescovo mi disse ’Santa Caterina ti ha fatto uno scherzo’. Molti mi vedono come il prete degli zingari e dei migranti. Con il ministro Salvini polemiche gonfiate".

Il cardinale degli ultimi si confessa: "Papa Francesco e la nuova Chiesa"

Il cardinale degli ultimi si confessa: "Papa Francesco e la nuova Chiesa"

È cambiato il modo di appellarlo, ma dentro sua Eminenza c’è ancora Don Paolo. Così continua a farsi chiamare da chi gli è vicino Augusto Paolo Lojudice - Arcivescovo della diocesi di Siena-Montalcino-Colle e di Montepulciano-Pienza-Chiusi, Cardinale proclamato da Papa Franceso -, come ha rivelato a ‘Il lato positivo – Appunti per il prossimo decennio’, la trasmissione in collaborazione tra Canale3 e La Nazione, condotta da Pino Di Blasio. Dalla chiamata negli anni del Lliceo Kant alla lunga esperienza romana, dalla guida delle parrocchie da Tor Bella Monaca all’Eur, come parroco più giovane di Roma, alla nuova vita senese, con il pellegrinaggio congiunto a Roma e la messa celebrata in San Pietro. Tanti i temi trattati con Lojudice, che ha raccontato sé stesso e la sua opera di pastore.

"Ricordo bene il mio arrivo a Siena, e il primo senese che incontrai: venni in silenzio, mi smarrii tra le vie piene di pedoni del centro. Arrivato in Banchi di Sotto, notai un signore distinto che intercettò il mio bisogno di aiuto: era Carlo Rossi, presidente della Fondazione. La mia nomina a vescovo penso sia stata un segnale di rottura: quando incontrai il nunzio apostolico, pronunciò una sola parola, ‘Siena’. Il Papa, invece, si rivolse a me con la solita ironia: ‘Santa Caterina ti ha fatto un bello scherzo’. Gli chiesi cosa potessi aver a che fare io con una città borghese come Siena, e lui rispose: ‘Proprio per questo ti ci mando’. L’accoglienza fu meravigliosa, non avevo idea di che tipo di Diocesi mi sarei trovato di fronte: ricordo i giovani che mi aspettavano fuori Porta Romana, così come il grande desiderio di conoscermi. Roma è un oceano nel quale qualsiasi cosa si possa fare è una goccia; Siena invece è un lago dove con pazienza e idee si può fare un cammino di fede importante".

Monsignor Lojudice, ormai a Siena da quattro anni e mezzo, arrivò in seguito alla sua importante azione romana di vicinanza agli ultimi, poveri e immigrati. "Molti mi vedevano e mi vedono come il prete di strada e degli zingari, ma io mi considero semplicemente il prete del popolo di Dio, e di questo fanno parte tutti. Le polemiche con il ministro Salvini furono anche un po’ costruite, non ci siamo mai incontrati. Mi colpì una sua espressione forte sul tema, ‘è finita la pacchia’. Un tema che comunque piange migliaia di morti, che andrebbe trattato con altra delicatezza e non con superficialità, posto che comunque l’accoglienza deve essere pensata e non indiscriminata".

"Mi ha subito colpito di Siena l’organizzazione delle contrade – ha continuato Lojudice -, che ne fanno un esempio unico di Civitas. Quando sono stato nominato Cardinale, il Papa mi disse: ‘Ora continua a sporcarti le mani e a stare vicino agli ultimi’. Mi riconosco in questo modo di professare la fede, non a caso mi sono sempre sentito vicino al pensiero e alle idee di un Papa come Paolo VI".

L’intervista si è spostata sul tema all’ordine del giorno: la benedizione delle coppie omosessuali. "La vera svolta è che si ufficializza qualcosa che da sempre appartiene al nostro contesto: la benedizione viene data alle persone in quanto persone, non perchè facenti parte un certo tipo di coppia. È una preghiere di invocazione fatta a Dio a beneficio delle persone. Con Francesco siamo di fronte a un cambiamento di epoca: ci ha introdotto in un contesto che è cambiato. Oltre ad aver derubricato la solennità del pontificato, ha tentato di riportare la fede alle origini del Vangelo. La Chiesa sta cercando di entrare in dialogo con la realtà nella quale si trova, non dovrebbe esistere paura della contaminazione. Non si tratta di un club ristretto, ma è per tutti, e di tutti".

Andrea Talanti