PINO DI BLASIO
Cronaca

"Il calo degli artigiani?. C’è un mondo nuovo per le piccole imprese con i mestieri in crisi"

Fabio Petri, vicepresidente nazionale Cna, e i dati della Cgia di Mestre "Ci sono attività in crescita nel digitale, sarti, falegnami, elettricisti e idraulici spariscono. Gli Istituti tecnici superiori sono la carta vincente".

"Il calo degli artigiani?. C’è un mondo nuovo per le piccole imprese con i mestieri in crisi"

Fabio Petri, vicepresidente nazionale Cna, e i dati della Cgia di Mestre "Ci sono attività in crescita nel digitale, sarti, falegnami, elettricisti e idraulici spariscono. Gli Istituti tecnici superiori sono la carta vincente".

Fabio Petri, vicepresidente nazionale di Cna e presidente di Artigiancredito, non è certo stupito dagli esiti della ricerca della Cgia di Mestre, che ha evidenziato la sparizione di oltre 400mila artigiani in Italia negli ultimi 10 anni. "E’ un trend nazionale che riguarda le piccole imprese manifatturiere - è l’esordio di Petri - generato da un problema di ricambio generazionale e di scarso appeal dell’attività artigiana tra i giovani. Ma i dati vanno letti meglio. All’interno dell’artigianato, ci sono attività che non rientrano nel comparto classico, ma sono artigiane per categoria e registrano trend positivi. Mi riferisco alle imprese digitali, alla comunicazione e al turismo".

Sono in crisi le imprese artigiane classiche, mentre quelle innovative crescono di numero?

"Esattamente. Da molti anni non esiste più l’albo artigiano. Quindi queste ricerche vanno affinate, comprendendo le piccole imprese come sistema. Così si comprenderebbe perché sarti, falegnami, elettricisti, autotrasportatori, manutentori e idraulici sono in declino, mentre altri mestieri sono in forte ascesa. Fanno tutti parte delle stesse associazioni".

Gli artigiani sono in crisi, ma Cna e Confartigianato no?

"Se guardiamo il numero degli associati, si registrano cali dall’1 al 3% di media. Non sono allarmanti, evidenziano un riposizionamento tra comparti".

Il trend della sparizione progressiva di idraulici, falegnami ed elettricisti fa notizia...

"C’è una difficoltà vera nel riposizionare l’azienda, nel passarla alle nuove generazioni o anche a artigiani esterni alla famiglia. Anche i dati della Camera di Commercio registrano tante cessazioni in certi settori e molte iscrizioni di nuove imprese in altri. Guardate al settore delle costruzioni, un comparto tipico dell’artigianato. Grazie al superbonus e agli incentivi, il trend degli ultimi anni è positivo. Cosa che non avviene, ad esempio, per le imprese di trasporti. Il piccolo padroncino non esiste più, in pratica. Soppiantato da grandi imprese con tanti automezzi".

Ci sono mestieri, come quelli che stanno sparendo, che sopravviverebbero anche con l’intelligenza artificiale dominante. Non pensa sia una contraddizione?

"Non ho dati provinciali che possano suffragare questa tesi. La Cna, dal 2015 al 2023, ha registrato l’aumento di 300 associati. Ci sono nuovi mestieri che avanzano, le attività tradizionali sono in difficoltà ma si sono trasformate. E in qualche caso hanno fatto anche un salto dimensionale. Nasceranno altri nuovi mestieri con i quali bisognerà fare i conti e aggiornare gli studi".

Lei disegna un mondo nuovo dell’artigianato?

"Decisamente sì. Ed è per questo che bisogna fare leva sugli Its, gli Istituti tecnici superiori, che stanno tra i diplomi e le lauree, per dare a questo nuovo artigianato la cornice di una formazione adeguata. Capace di dargli anche un fascino, un’immagine più accattivante per attirare i giovani".

Le scuole di arti e mestieri, i laboratori nati in tante città, hanno salvato solo mestieri di nicchia. Gli Its sono il futuro?

"Noi scontiamo un ritardo rispetto alla Germania, lì gli iscritti agli Istituti tecnologici superiori sono molti di più. C’è un problema di numero di Its e di specializzazione. Se non insegniamo ai giovani che fare gli imprenditori artigiani non è una sconfitta ma è una scelta appagante, abbiamo perso la sfida del lavoro".

Più formazione e passione?

"Non c’è una senza l’altra. A Siena abbiamo due Its: a Colle su Energia e ambiente, a Siena sulle Scienze della vita. Siamo dentro all’Istituto di Colle, stiamo dibattendo sulle scienze della vita da aprire anche alle piccole imprese. Ma bisogna creare le condizioni giuste".