Il boom del distretto del camper

Bicci, amministratore delegato di Trigano: "Un incremento del 60% dell’export in Europa nel primo trimestre"

Migration

di Paolo Bartalini

Fornisce ancora effetti positivi sull’economia, la scelta del camper come veicolo per una vacanza in sicurezza in tempo di pandemia. Cifre rilevanti a livello di settore del plein air: "In Europa si registra un incremento del 60 per cento a giudicare dai riscontri tra settembre 2020 e maggio 2021", spiega Paolo Bicci, amministratore delegato di Trigano e componente dell’Associazione produttori di caravan e camper (Apc), realtà presieduta da Simone Niccolai. In Valdelsa, grazie agli stabilimenti di Poggibonsi, San Gimignano, Colle e Barberino Tavarnelle, si concentra l’80 per cento della produzione nazionale dei mezzi ricreazionali. E anche nel circondario continua il trend positivo rilevato fin dal terzo trimestre del 2020: esportazioni pari a 250 milioni di euro, in crescita del 61 per cento rispetto al primo trimestre 2020 e superiori del 23 per cento sul primo trimestre 2019. Dati diffusi dal Monitor dei Distretti della Toscana, a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa San Paolo. Tutto bene, dunque? Non esattamente: "In questo momento si tratta anche di fare i conti con problemi relativi alla mancanza di materie prime, in particolare degli chassis – precisa Bicci – e una simile carenza non permette di soddisfare per intero gli ordini. Se avessimo certezze riguardo alle materie prime, potremmo procedere in azienda con assunzioni di personale ancora più massicce, tenendo comunque conto dei circa cento addetti inseriti in organico negli ultimi dodici mesi". L’obiettivo del settore, al di là delle incognite appena esposte dall’amministratore delegato di Trigano, è mantenere questa sorta di onda lunga di numeri confortanti. Attraverso quali strumenti? "Occorre sensibilizzare le istituzioni – risponde Bicci – affinché diano vita a iniziative in grado di attrarre nelle singole zone il turismo a bordo del camper, un bene durevole. Si distinguono la Germania e, in special modo, la Francia, autentico modello per le infrastrutture nella camperistica". In concreto? "Nei vari centri servono più aree di sosta attrezzate, a disposizione di visitatori che acquistano prodotti locali e alimentano i consumi, aiutando l’economia del luogo. Pensiamo inoltre alle presenze da aumentare nei piccoli borghi, all’accoglienza. Aspetti importanti, dai quali non si può prescindere nell’ottica di una continuità nella crescita del comparto - conclude Paolo Bicci - e per auspicare di nuovo un decollo degli affari in generale".