I Consultori di domani, in rete con gli ospedali

AREZZO

La Regione con Asl Sud Est ha promosso un incontro di partecipazione - tenutosi al San Donato di Arezzo per l’area vasta - per la riorganizzazione dei Consultori, con l’obiettivo di farli operare in rete ed aggiornarne le attività. "La prossima sanità è più vicina al cittadino: in quest’ottica occorre potenziare i consultori, valorizzarne il ruolo per la salute delle donne, dei bambini e delle famiglie - ha detto l’assessore regionale Simone Bezzini -. La riorganizzazione integrerà i consultori con la rete dei servizi ospedalieri e si impegnerà a garantire la presenza di personale non obiettore riguardo le interruzioni di gravidanza, offrire mediazione culturale, potenziare telemedicina e teleconsulti. Un altro obiettivo è rivolgerci ai giovani con attività di prevenzione, inoltre vogliamo sensibilizzare all’attività di screening". "Da anni la Asl Tse ha cercato di avviare un percorso di riorganizzazione, il modello di Toscana diffusa - ha detto il dg Antonio D’Urso –. Oggi sono 15 persone ogni 100 abitanti che si rivolgono ai consultori".

Negli indirizzi c’è il miglioramento dei percorsi di accesso all’interruzione di gravidanza volontaria, l’accesso gratuito alla contraccezione, la promozione di una sessualità consapevole e di una procreazione responsabile e pacchetti salute per promuovere corretti stili di vita.

I consultori sono nati più di 40 anni fa: in Italia si conta un consultorio ogni 32mila abitanti, in Toscana ogni 24mila. Dei 152 presenti nella regione, 42 sono definiti ’principali’ (vi operano quattro figure professionali: ostetrica, ginecologo, psicologo ed assistente sociale), 73 ’secondari’ (solo il ginecologo o l’ostetrica e un’altra figura) e 37 sono ’proiezioni’, con solo una figura. Nel 2021 i consultori toscani hanno erogato quasi 53mila prestazioni: 14,4 ogni 100 abitanti; sono cresciuti i giovani tra 14 e 19 anni che si sono avvicinati: più di uno su 10 vi fa ricorso. Complessivamente il 47,1 per cento delle prestazioni riguarda l’area maternità, il 25,5 la prevenzione oncologica, il 9,5 per cento la contraccezione e l’8,1 per cento la ginecologia, il 4,4 per cento le problematiche psico-relazionali e del disagio.