
Il modo migliore per conoscere un posto è perdercisi dentro. E allora perché non dovrebbe essere proprio questo lo scopo di una guida? Nasce da questa intuizione ‘San Gimignano: una guida per perdersi’ di Marco Lisi. Smarrire i punti di riferimento, lasciarsi andare a un racconto che non è fatto dei soliti itinerari, ma che esplora vie, strade e piazze da prospettive diverse, andando a ritrovare storie, piccole curiosità, cose da vedere che non sono le solite ‘cose da vedere’. C’è un capitolo dedicato alle taccole, per dire. Ci sono le torri, ovviamente, ma ci sono anche i corvi che ci girano attorno.
Nella convinzione che le guide pensate per indicare un percorso siano addirittura nocive, se l’intento è quello di conoscere a fondo un luogo, Lisi propone un’antiguida a tutti gli effetti. E il volume, pubblicato da Tarka e con una prefazione di Franco Cardini, cittadino onorario di San Gimignano, sarà presentata oggi alle 17 in piazza Pecori. Insieme a Lisi e Cardini ci saranno anche Orazio Olivieri e l’assessore Carolina Taddei.
"L’idea era quella di non fare il solito percorso ordinato – racconta l’autore del volume – ma un viaggio capace di mescolare aspetti di vita della città con la sua storia, la sua attualità, lasciando la sensazione di spostarsi nel tempo. Abbandonare i percorsi canonici, che portano sempre alle stesse cose, alla ricerca invece di un’anima più autentica di San Gimignano".
Perdersi, quindi, non solo nello spazio, ma anche nel tempo. Attraverso le vicende avvenute in questa città lunga novecento metri e larga quattrocento. Laureato in filosofia, Lisi ha gestito un campeggio, ha fatto il maestro elementare e il dirigente scolastico. È stato vice presidente della Fondazione Musei Senesi e, per dieci anni, il sindaco di San Gimignano. Il tono che ha scelto è quello colloquiale e amichevole con il quale prende per mano il lettore, per accompagnarlo a smarrirsi serenamente tra le tante cose da scoprire.
Un volume che parla sia al turista sia a chi già conosce il posto, magari lo frequenta, anche spesso, oppure addirittura ci vive ma ha ancora voglia si lasciarsi sorprendere da muri, finestre, case, angoli davanti ai quali una guida come le altre passerebbe distrattamente, per la furia di arrivare a far tappa al monumento segnalato, e che invece meritano il tempo necessario a raccontare la loro storia, lasciando anche lo spunto per qualche dotta riflessione, senza rinunciare alla dovuta leggerezza.
Riccardo Bruni