
Il campione di rally Lorenzo Granai con il priore della Torre
Siena, 15 agosto 2021 - Accanto ad altri grandi nomi in campo automobilistico che hanno ricevuto un riconoscimento nell’ambito del Premio Mangia – da Danilo Nannini che partecipò alla Mille Miglia ad Alessandro Nannini per gli oltre 50 Gran premi in Formula 1, ad Alessandro Fiaschi, pilota acrobatico delle Frecce tricolori, solo per citarne alcuni – c’è da oggi anche quello di Lorenzo Granai, campione di rally.
Contradaiolo della Torre, 49 anni, da sempre molto legato alla città «ma al tempo stesso aperto al mondo, alle competizioni, soprattutto alle nuove sfide», spiega il professor Massimo Bianchi presentando la favola sportiva di Granai a cui è stata assegnata la medaglia di civica riconoscenza. Il salto di qualità quando nel 2004 viene chiamato a gareggiare come co-pilota insieme al pluricampione italiano ed europeo Renato Travaglia con la squadra ufficiale di Peugeot Italia. Dal 2012 al 2015 partecipa al Campionato mondiale di Rally con Lorenzo Bertelli, figlio di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli di Luna Rossa. Un sodalizio che lo porta a gareggiare in Argentina, Messico, Nuova Zelanda, Australia ed Europa. Finché non crea con Giandomenico Basso un equipaggio vincente incoronato, fra l’altro, campione italiano di Rally assoluto nel 2016 e nel 2019.
«Lorenzo ha ancora un altro sogno nel cassetto da realizzare e un’altra missione da compiere – osserva Massimo Bianchi – quella di ricoprire un giorno un incarico nella Torre, di mettersi al servizio della Contrada per ringraziarla. I tanti successi non hanno cambiato Lorenzo che è rimasto sempre e soprattutto un ragazzo di Siena e un contradaiolo».
«Un riconoscimento che non mi aspettavo dalla città, come dissi al priore della Torre quando mi comunicò che la Contrada aveva scelto di presentare il mio nome. Ero già contentissimo di questa decisione, al di là dell’approvazione successiva del Concistoro. Una soddisfazione immensa che la Torre si riconoscesse in me. E avere oggi il premio è un’emozione che in vita mia non ho mai provato. Lo dedico alle persone che mi sono state vicine, che ho sicuramente sacrificato perché per i familiari la mia vita non è facile. Lo dedico soprattutto alla Torre», commenta a caldo Granai.