
’L’intelligenza artificiale per lo sviluppo sostenibile’ è il titolo dello studio a cui hanno contribuito anche tre aziende senesi sui possibili utilizzi di reti neurali e deep learning per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030. Realizzato da Ong 2.0, Cisv, AIxIA, l’Associazione italiana per l’Intelligenza artificiale e dal dipartimento di Informatica dell’Università di Bari con il sostegno del Ministero degl Esteri e del Cnr, con Siena che ha portato il contributo di Questit, Readytech ed Engineering, tre delle aziende che con Exprivia e ISTC hanno messo nero su bianco le indicazioni su come costruire una strategia italiana per l’AI. Strategia in cui spunta anche Caterina, prima dipendente virtuale assunta in Italia da un’amministrazione pubblica.
Perché l’esigenza di un vademecum?
"Per affrontare la singolarità tecnologica, nel momento in cui il progresso andrà oltre la capacità di previsione e comprensione degli esseri umani" risponde Ernesto Di Iorio, inventore di Caterina con la squadra di Questit. E continua: "La domanda che dobbiamo porci è se valga davvero la pena di costruire macchine del genere e come renderle davvero parte di questo progresso".
In che direzione stiamo andando?
"Gli algoritmi di intelligenza artificiale possono aiutare nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità molto più velocemente di quanto si possa pensare. Stiamo ancora combattendo contro la paura, ma forse dovremmo spaventarci più di un mondo dove non riusciamo a superare i limiti della nostra intelligenza attuale, inadeguata alle sfide che ci aspettano. Nel resto del mondo sono stati realizzati sistemi per combattere la fame, basati sull’impiego del deep learning per misurare il livello di benessere dei villaggi africani o per la tutela delle risorse idriche. A elaborare questi dati è un’intelligenza artificiale, mentre la salvaguardia del pianeta riguarda noi. Ecco perché dovremmo più avere paura di un’assenza di programma, di una linea strategica sull’Ai, che delle macchine stesse".
Abbiamo visto con Caterina uno dei tanti esempi per cui è possibile realizzare delle "macchine che pensano come umani". Ma sarà possibile?
"Ci stiamo lavorando con gli assistenti virtuali, sia sull’aspetto estetico che sulla capacità di riprodurre il pensiero umano attraverso il linguaggio del corpo. Abbiamo sviluppato la parte di analisi della conversazione sugli aspetti non verbali in cui l’assistente virtuale riesce comprendere le espressioni facciali e lo stato d’animo delle persone da una videocamera per esprimersi, a sua volta, aggrottando le sopracciglia o storcendo il naso. La stessa cosa sarà possibile anche attraverso l’ascolto, con cui il sistema potrà riconoscere lo stato emotivo dal tono di voce e configurare dinamicamente il suo modo di rispondere con i gesti. Lo abbiamo sperimentato in parte con Monty, l’avatar di Marco Montemagno. Proprio con lui stiamo lavorando a un progetto più ampio".
Crescono anche i numeri di Questit…
Abbiamo aperto due nuove sedi operative a Milano e Imola, prevediamo di farlo anche a Bari. Siamo in finale allo Accenture Startup Challenge, il contest organizzato da Accenture che ha l’obiettivo quello di promuovere l’innovazione. Da Accenture ci hanno selezionati come partner per portare ai loro clienti la tecnologia Algho, con cui stiamo entrando in settori come bancario, assicurativo, manifatturiero e l’edilizia. Stiamo lavorando a un piano di investimenti che prevede nuove acquisizioni per accelerare la crescita".
M.P.