REDAZIONE SIENA

"Giustizia per Lavinia, chiediamo il processo"

Massimo Montebove e sua moglie Lara su Rai1 a ’Storie italiane’. "Nostra figlia è entrata sana all’asilo, è uscita in stato vegetativo"

"Noi chiediamo un processo e soprattutto una sentenza. Perché lo stato vegetativo non si prescrive". La vicenda della piccola Lavinia, figlia del nostro collaboratore Massimo Montebove, in stato vegetativo dal 2018 dopo essere stata investita da un’auto nel parcheggio dell’asilo che frequentava in provincia di Roma, è arrivata l’altro ieri su Rai1 con il programma Storie Italiane condotto da Elena Daniele. Il padre della bambina e la sua compagna Lara Liotta, che da alcuni mesi hanno lanciato un gruppo Facebook che si chiama Giustizia per Lavinia oltre a un sito internet (www.giustiziaperlavinia.it), stanno combattendo una battaglia per evitare il rischio di prescrizione del processo, che si svolge a Velletri.

Non solo dunque devono preoccuparsi di gestire a casa una situazione sanitaria complessa con una bambina tetraplegica, allettata, bisognosa di cure costanti e del supporto delle macchine. Adesso devono anche preoccuparsi delle distorsioni di un sistema processuale penale che, come in molti altri casi, potrebbe non determinare un colpevole in questa vicenda. Le udienze del processo di primo grado inizieranno a marzo dopo quasi 4 anni dall’incidente. determinati dalla lunghezza delle indagini e dal Covid: ad essere imputata è la maestra, accusata di abbandono di minore, un reato che prevede la volontà di mettere in pericolo il minore e fino a 6 anni di carcere. Rinviata a giudizio anche l’investitrice, una giovane mamma, per lesioni colpose gravissime.

La conduttrice di Storie Italiane e i numerosi ospiti in studio hanno stigmatizzato il rischio prescrizione, parlando di vicenda assurda e ingiustificabile. Particolarmente attiva e vicina alle posizioni dei genitori l’attrice Simona Izzo. "La maestra non ha mai giustificato quello che ha fatto - ha raccontato in tv mamma Lara -, non ci ha mai dato una spiegazione dell’accaduto e men che meno è arrivata una richiesta di perdono. Anche per questo è necessario che sia fatta giustizia, che ci sia un processo e una sentenza che chiarisca la dinamica dei fatti".

Il padre, Massimo, ha rincarato la dose: "Sono fiducioso nella giustizia e nelle istituzioni - ha detto -, ma c’è un dato incontrovertibile: Lavinia è entrata sana in quell’asilo ed è uscita in stato vegetativo, non sono certo stati gli alieni a ridurla così. Vogliamo un processo e vogliamo che le udienze si svolgano velocemente. Dopo 4 anni è una pretesa sacrosanta e legittima".

Adesso il prossimo passo è proprio l’udienza del 14 marzo dove saranno sentiti i genitori. In tutto sono previsti una trentina di testimoni. In quella sede l’avvocato Cristina Spagnolo, che cura gli interessi della famiglia Montebove, presenterà al giudice una richiesta per ottenere un calendario serrata delle udienze. Sarà quello il primo passo per capire se c’è ancora una possibilità per evitare il rischio prescrizione.