Giovane madre muore 4 mesi dopo il parto. A processo anestesista e ginecologa

"Intervenuta in tempo per poter garantire buona vita alla bambina"

L'ospedale Le Scotte di Siena

L'ospedale Le Scotte di Siena

Siena, 19 maggio 2023 –  Difficile accettare che l’unico momento nel quale una persona si reca volentieri in ospedale, la nascita di un figlio, possa trasformarsi in tragedia. Quella che ha distrutto una famiglia e portato sotto processo due medici delle Scotte, un anestesista ed una ginecologa.

Omicidio colposo l’accusa nei confronti dei due professionisti per la morte di una giovane madre avvenuta quattro mesi dopo aver messo al mondo la secondogenita, nel giugno 2019. Senza mai lasciare il policlinico.

Il processo è alle battute finali: la sentenza del giudice Andrea Grandinetti arriverà il 26 giugno. Ma dopo aver ascoltato i familiari della donna – hanno riferito anche di bigliettini choc da lei scritti durante il ricovero – e aver sentito per dieci ore i consulenti, ieri pomeriggio hanno parlato gli imputati.

Prima l’anestesista che era di guardia fra il 29 e il 30 gennaio 2019 "quando verso le 23.30 mi allertò l’ostetrica per un cesareo che avvenne in modo lineare", spiega al giudice mentre in aula il marito della donna deceduta e sua sorella, difesi da Duccio Panti, ascoltano la sua deposizione e quella della ginecologa senza riuscire a nascondere sul volto dolore e distanza dalla ricostruzione. Che è stata molto tecnica, come del resto l’intero dibattimento.

"Verso le 2 la chiamata che mi allertava perché l’ostetrica aveva verificato un’emorragia, raggiunsi l’équipe. Trovai la signora pallida sì ma sveglia e collaborante", riferisce l’anestesista. Che prima autonomamente e poi dietro le domande della parte civile e del pm Valentina Magnini spiega i dettagli della fase nella quale, secondo la procura, ci sarebbero state negligenze nel trattamento della paziente. Viene chiarito che l’emorragia effettivamente esisteva, i medici lo sapevano. Ma volevano verificare che non ci fosse un elemento aggiuntivo.

Si scusa per essere stata assente alle udienze fino ad ora, la ginecologa in avvio delle dichiarazioni spontanee. "E’ la prima volta che mi trovo in questa situazione. La mia attività e l’intera vita lavorativa l’ho dedicata alla tutela di mamme e bambini", chiarisce aggiungendo che una vicenda così delicata tocca certo i familiari ma anche gli operatori.

"Volevo ripercorrere cosa è successo quella notte che ricordo molto bene ma anche prima", premette facendo il quadro delle ultime fasi della gravidanza.

"Venni chiamata alle 23.26, la notte siamo soli, non c’è la doppia guardia. Fortunatamente non avevo altre urgenze altrettanto importanti", prosegue indicando che alle 23.41 era nata la bambina di oltre 4 chili. Rivendicando più avanti non solo la necessità in casi come questo di prendere decisioni rapidissime ma anche la tempestività dell’intervento per garantire una buona vita alla bambina. Sarebbero bastati 2-3 minuti dopo per andare incontro a disabilità e 5 perché rischiasse la vita.