di Laura Valdesi
C’è qualcosa di diverso nello sguardo di Gingillo. Un guizzo, la forza con cui fissa l’interlocutore come se volesse scavare dentro. E capire se è tutto vero quello che gli dici. L’ha accompagnato l’intera stagione, quello sguardo. Lo conserva anche adesso. A trasmettere la determinazione e la ’fame’ di vittoria che ha. Dopo 32 Palii corsi, tre vinti, e 23 anni trascorsi sul grande palcoscenico del Palio.
Non rubo molto tempo per l’intervista, come sei messo?
"Sono messo molto bene"
Il tono con cui lo dici si presta ad una doppia lettura! In effetti Gingillo è messo bene per il palio di Provenzano.
"(Ride e annuisce, ndr). Ci sono delle strade concrete".
Delle porte aperte in molte Contrade.
"Sì, sì, però poi ci vuole che giri bene anche l’assegnazione del 29".
Carico e concentrato ma le cose da fare sono mille in questa fase.
"Mille, davvero. L’allenamento sempre più intenso, il caldo di questa stagione che la mattina ti costringe a montare molto presto e la sera più tardi".
Alle previsite porterai un solo cavallo, Comancio. Che in provincia si è comportato bene.
"Un bel cavallo. L’anno scorso era il primo anno nel Protocollo, ha fatto anche troppo. La prima volta in Piazza a luglio, ad agosto ha debuttato. Non era tra i cavalli ambiti, venne messo a riempimento nel lotto ma aveva le caratteristiche giuste: sta al canape, parte abbastanza bene. Con l’esperienza del 2024 ha fatto un passetto avanti".
Molti lo considerano un outsider.
"Per capirci qualcosa di più si deve misurare con i nomi ambiti".
Sarebbe una bella accoppiata Gingillo-Comancio?
"Non vado a cercarlo, dipende dal lotto che si crea. L’obiettivo è puntare su un cavallo competitivo".
A proposito: il tormentone, sin da dopo l’estrazione, è ’dentro tutti i migliori’. Le Contrade senza avversarie sono la maggioranza.
"Bisogna vedere poi alla fine come va. Chiacchiere ce ne sono tante. Per adesso sono fiducioso, sarei per metterceli tutti ma finché non si arriva in fondo non si può sapere. Se levassero anche Anda e Bola e Benitos restano comunque diversi cavalli interessanti, magari uno è più esperto, poi c’è quello nuovo ma con un po’ di qualità".
Comancio lo monterai tu la notte o alla tratta?
"Non so, vediamo".
Il piccolo Dario, l’hai ripetuto più volte, ti dà serenità. Una grande felicità.
"Lo ribadisco. E poi è bravissimo, la notte dorme. Il 12 luglio compirà un anno. Di giorno comincia a cercare attenzioni ma è normale così. Ognuno prende a modo suo il diventare padre, per me è uno stimolo positivo".
Parliamo di Contrade aperte. Il Bruco?
"Un bel rapporto".
Lupa e Valdimontone?
"Strade aperte".
Anche con la Chiocciola il legame è forte, l’ultimo Palio l’hai corso con questo giubbetto.
"Indubbiamente. Sanno che ho esigenza di vincere, vado a cercare il cavallo e guarderò la situazione".
Non importa la rivale in Piazza.
"Non ho mai guardato a questo, l’importante è avere un cavallo competitivo"
Il capitano del Drago Gotti ha detto che è stato ricostituito un rapporto con Camporegio.
"Il giubbetto del Drago può essere una possibilità".
Che tasto deve toccare un capitano per assicurarsi la monta di Gingillo?
"Per ora tutti hanno toccato quelli giusti. C’è chiarezza, mi fa piacere".
Hai detto che devi toglierti dei macigni: tanti?
"Abbastanza, fa parte del gioco. L’importante è levarseli, altrimenti diventano troppo pesanti".
Ci saranno fantini debuttanti?
"Non la vedo facile. L’assegnazione deve essere positiva per me per montare un cavallo competitivo, lo deve essere per chi aspetta il debutto: serve il cavallino giusto nella contrada giusta".
Fioretto fatto?
"Macché".