Gianna Nannini è ’nell’anima’: "Ho sperimentato la vera follia"

L’artista lancia il biopic, dal 3 maggio su Netflix: "Mi sono riconosciuta nel film, nel 1983 la mia rinascita"

Gianna Nannini è ’nell’anima’: "Ho sperimentato la vera follia"

Gianna Nannini è ’nell’anima’: "Ho sperimentato la vera follia"

Arriva su Netflix ‘Sei nell’anima’, il biopic diretto da Cinzia TH Torrini sulla vita e la carriera artistica di Gianna Nannini, interpretata da Letizia Toni. Ispirato al libro ‘Cazzimiei’, in cui l’artista si racconta senza filtri, il film racconta i primi trent’anni di Gianna, dall’infanzia ribelle e agiata, fino alla consacrazione in quel 1983 che lei considera la sua ’vera nascita’. Scritto da Cinzia TH Torrini e Cosimo Calamini, insieme a Donatella Diamanti e alla stessa Nannini, il film è un viaggio dentro la mente creativa di questa artista unica e rivoluzionaria.

Nel cast anche Selene Caramazza, Maurizio Lombardi, Stefano Rossi Giordani e Andrea Delogu che interpreta una giovane Mara Maionchi. "Di questo film – racconta Gianna – mi sono innamorata e riconosciuta. Mi sono come guardata attraverso gli occhi di Letizia Toni che è di una bravura straordinaria e con la quale sono in piena simbiosi. Il risultato finale fa un certo effetto, è come veder scorrere davanti agli occhi una parte di vita che mi ha formata, un lasso di tempo preciso che mi porta al giorno in cui sono nata davvero, a Colonia, in Germania, nel 1983". Il riferimento è all’album ‘Latin Lover’, che proprio in quell’anno in Germania dove arriva a vendere circa 250mila copie. Ma ‘1983’ è anche il titolo di un brano dell’album pubblicato poche settimane fa.

"Ho sperimentato la vera follia – ricorda Gianna Nannini –, il non capire chi sei, il rendermi poi conto che se non esci da lì è finita... È stato difficile ma ci sono riuscita: la mia mente ha fatto tutto". Tra le altre cose, il film racconta anche il delicato rapporto con il padre, interpretato da Maurizio Lombardi. "Era una persona molto aperta – racconta la cantautrice – non è mai stato violento con me, solo non voleva cantassi perché per lui era una cosa che fanno solo le poco di buono. Poi però mi trovò un’insegnante bulgara che mi diede dieci lezioni e soprattutto mi insegnò a respirare, cosa che ha cambiato per sempre il mio canto".

"Ho studiato tanto – racconta Letizia Toni – e sono andata a Siena per sentire sulla pelle quello che avevo studiato, vedere i posti dove ha vissuto, la sua Contrada. E questo per cogliere in pieno la sua vera identità. Poi fra me e la Nannini ci sono tante coincidenze. Anche mio padre è un imprenditore e non vuole che faccia l’attrice". "Ho conosciuto Gianna negli anni Settanta – racconta la regista – e molte cose ci accomunano. È sempre stata per me un mito, simbolo di libertà, senza compromessi, coraggiosa nell’essere sé stessa nel bene e nel male".

Riccardo Bruni