
Una protesta che non è una sfida. Perché vuole essere soprattutto un grido di aiuto da parte di una intera categoria, senza però violare eventuali divieti. E’ questa l’idea dei ristoratori e dei baristi colligiani riuniti nel comitato ‘Risto & Bar Colle’, che questa sera apriranno simbolicamente le loro attività dopo le ore 18, ovviamente senza alcun cliente all’interno. Gli imprenditori intendono così dimostrare la propria contrarietà alle restrizioni agli orari di apertura legate all’emergenza Covid-19, che da marzo hanno inferto colpi pesantissimi ai loro affari.
"In concomitanza con le altre iniziative a livello nazionale – ha spiegato la presidente Moira Mezzedimi – noi del Comitato facciamo questa iniziativa per sottolineare la nostra volontà di riaprire in sicurezza, con continuità e regolarità, anche in orario serale, visto che non ci sono prove che dopo tale orario i contagi aumentino rispetto alle ore del giorno. Non ha senso farci lavorare così". Una protesta, quella dei ristoratori, che non si fermerà a Colle e in Valdelsa, nonostante abbia incontrato il dissenso di diversi esponenti politici. "Posso capire la rabbia e la disperazione di chi opera nel settore della ristorazione – sottolinea l’assessore regionale al commercio Leonardo Marras – ma non sono tollerabili comportamenti che violino le regole. Non è andando contro la legge che si ottengono risultati". Va detto, però, che la protesta di Colle non andrà a violare nessuna regola, come ha tenuto a sottolineare Mezzedimi, visto che si tratterà di una iniziativa strettamente simbolica: "Dopo le 18 noi accenderemo le luci dei nostri locali e ci prepareremo al servizio come faremmo in una serata normale, ma non serviremo nessun tipo di piatto e nessuna bevanda, né, naturalmente, faremo entrare dei clienti. Quello che vogliamo è protestare senza venir meno alle regole imposte dall’ultimo Dpcm. Il nostro obiettivo resta quello di farci sentire, di far capire a tutti che il settore della ristorazione è sicuro in qualsiasi orario, e che le limitazioni degli orari non hanno senso. E’ da marzo che il nostro settore viene colpito più di qualsiasi altro, ma adesso basta: è il momento di mettere fine a queste chiusure, ed è esattamente quello che chiediamo con questa iniziativa, come abbiamo già fatto in quelle precedenti: che ci lascino lavorare". Marco Brunelli