LAURA VALDESI
Cronaca

Espulso e rimandato in Nigeria: era qui da 9 anni, aveva un lavoro

Indossava ancora la divisa del lavoro, faceva l’operaio. Lo sconcerto degli amici ieri fuori dal tribunale Fenomeno immigrazione dietro le quinte: grande dispendio di forze economiche e umane per i rimpatri

Uno degli ultimi sbarchi di migranti a Lampedusa (foto Ansa)

Uno degli ultimi sbarchi di migranti a Lampedusa (foto Ansa)

Siena, 23 settembre 2023 – Un gruppetto di stranieri fuori dal tribunale. Parlano fra loro, sui volti si legge preoccupazione. Sconcerto, soprattutto. Guardano ripetutamente uno di loro, il giovane alto. Che di lì a poco partirà per l’Africa. Tornerà in Nigeria, il paese di origine che ha lasciato quasi nove anni fa, arrivando in Italia. Ancora indosso gli abiti da lavoro, aveva un contratto. Faceva l’operaio, racconta più tardi l’avvocato Angelo Greco che l’ha assistito nell’udienza di convalida del provvedimento di espulsione davanti al giudice di pace Elena Mereu, svoltasi ieri mattina in un tribunale praticamente deserto dove al primo piano venivano rinviati e calendarizzati i processi del giudice Sonia Caravelli, ora gip.

Una piccola vicenda, si dirà. Quante ne accadono così ogni giorno in Italia. Comunque spaccato di un fenomeno, quello dell’immigrazione, che è tema caldo ormai da settimane anche a livello europeo. Pochi conoscono il dietro le quinte, il complesso (e sicuramente costoso per lo Stato) meccanismo che c’è comunque alla base di espulsioni e rimpatri. Lo sanno bene le questure. Basta pensare che il giovane, seduta stante dopo l’udienza, neppure il tempo di avvertire il datore di lavoro per cui era sotto contratto, è stato accompagnato dalla polizia all’aeroporto di Fiumicino. Biglietto di imbarco per la Nigeria già pronto. Viene naturale scavare dietro questa storia. Aveva fatto una richiesta di protezione internazionale, era stata rigettata. Presentato appello, rigettato anche quello. Allora era stata depositata, ha ricostruito il suo legale, quella di protezione speciale. Nel frattempo il nigeriano aveva lavorato, mandava anche i soldi a casa alla madre come fatto tutti gli immigrati via money transfer . C’era stato un procedimento per lesioni nei suoi confronti, risolto con la messa alla prova. Poi la doccia fredda, il decreto di espulsione dall’Italia che ieri mattina è stato convalidato. "Farò ricorso contro il provvedimento del giudice di pace, appellandomi alla Convenzione europea sui diritti dell’uomo", annuncia l’avvocato. Fin qui la cronaca che per un istante svela cosa c’è dietro un fenomeno complesso da gestire che comporta sforzi economici e in termini di risorse umane. E spesso non bastano.