
Crescenzo Palermo, 51 anni,. con il socio Raffaele Fanatico nella loro coltelleria
di Laura Valdesi
SIENA
"’Il Coltellaio Matto’, ho scelto questo nome per l’attività. Il motivo è semplice. Tutti sanno che sono molto diretto, per carattere. Non ho peli sulla lingua. O mi ami o non mi sopporti, niente mezze misure". Crescenzo Palermo è così. Uno che non molla mai, se crede in ciò che fa. Spigoloso, per carità. Come alcune delle lame che forgia direttamente nel laboratorio-negozio in viale della Libertà a Chianciano. "La nostra è la più grande realtà del centro Italia e l’obiettivo è aprire anche nelle zone di Arezzo e Perugia", spiega l’imprenditore. "Dopo un periodo nell’edilizia, una decina di anni fa nasco come arrotino. E continuo a farlo naturalmente, anche se adesso sono diventato, per così dire, 4.0. Avevo una piccola bottega ad Acquaviva di Montepulciano, da tempo sono a Chianciano. Sempre avuto passione per le lame", confessa l’artigiano, 51 anni, sposato con una figlia 18enne, mentre al mattino fa il giro delle consegne.
Andiamo per ordine. Dobbiamo scordarci l’arrotino vecchia maniera, quello che con la macchina passava a fare il giro delle case e si fermava in attesa dei clienti.
"Magari con il megafono... Il mondo è cambiato, di questi tempi bisogna stare attenti a chi ti entra nell’abitazione viste le truffe e i furti che ci sono! Battute a parte, la mia storia inizia con la passione per le lame, una ventina di anni fa. Decisi di approfondire il settore, per vedere se c’era necessità di arrotini. Quello di cui mi occupo non sono solo i coltelli usati dalle famiglie, ma dalle macellerie e dalla ristorazione. Più l’attrezzatura usata per la toilette degli animali, dall’estetista oppure le forbici da parrucchieri. Ce la inviano da sistemare un po’ da tutta Italia".
Lei è in giro a fare le consegne, ci spieghi com’è l’arrotino 4.0.
"Ci occupiamo per esempio del noleggio dei coltelli per attività professionale ma abbiamo un furgone attrezzato con tutti i macchinari per poter effettuare l’affilatura sul posto. Naturalmente nessuna ruota in pietra, come una volta, ma ad espansione con con nastri ceramici".
’Il Coltellaio matto’ ha anche un profilo Instagram con molti follower.
"Ben 52mila. Siamo un po’ anche influencer (ride, ndr). Negli anni passati abbiamo svolto inoltre progetti con le scuole, vedi l’istituto ’Artusi’ di Chianciano"
Cosa serve per fare questo mestiere?
"Passione, come detto. Tanta manualità, essere professionali".
La sua attività è diventata un punto di riferimento nel centro Italia, è anche presidente di un’associazione.
"Sì, quella ’Arrotini e Coltellerie’ che ha respiro nazionale. Riunisce alcuni dei migliori affilatori e dei più prestigiosi negozi di coltelleria d’Italia che si sono dati l’obiettivo di garantire e auto-certificare la qualità del loro lavoro.
Chi si rivolge ad un arrotino o ad una coltelleria dell’Associazione ha la sicurezza di avere a che fare con una persona competente, che si tiene al passo coi tempi e che farà del suo meglio per dare un servizio di alto livello".
La sua clientela è solo nel Senese?
"Anche in provincia di Firenze, San Donato per esempio. Poi nell’Aretino e nel Perugino, a Saturnia".
L’attività è cresciuta, c’è anche un socio.
"Si chiama Raffaele Fanatico".
Difficile che la figlia si dedichi a questa attività: le piacerebbe?
"Per carità , non dico che debba diventare arrotino anche se nell’associazione ci sono donne. Ogni tanto provo a suggerire ’ti apro un negozio più piccolo, poi ti faccio assistenza’".
Nel laboratorio realizza anche lame a livello artigianale, in negozio ha coltelli di ogni tipo.
"Principalmente da lavoro, dal Giappone agli Usa. C’è il settore caccia, i tascabili da collezione. Ho anche comprato un laser per personalizzare le lame con il nome".
Servite chef stellati?
"Sì. E abbiamo anche realizzato un coltello poi donato a Carlo Cracco".
La richiesta più curiosa che le hanno fatto?
"Mi aggiusti anche la stufa? Oppure l’ombrello... l’arrotino nell’immaginario collettivo sa fare tutto. Ma non è questo il mio lavoro".