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’Donare la vita’, la Valdelsa in prima linea

Sono 54mila i pazienti che aspettano di ricevere un organo. Il nostro territorio arriva una raccolta fondi grazie al Rotaract Club Valdelsa

di Fabrizio Calabrese

La Valdelsa in prima linea in tema di donazioni, in particolare di organi e sangue. Da qui prende il via il progetto Donare la Vita. In Italia ad oggi ci sono ben 54.707 pazienti che aspettano di ricevere un organo. Tanti, troppi. Senza contare quelli che hanno bisogno di trasfusioni di sangue. Basta pensare alle operazioni chirurgiche che di sovente vengono rimandate. Il Rotaract Club Valdelsa, attento a questo tipo di tematiche, ha così deciso di lanciare un service distrettuale (Distretto 2071) con il quale organizzare iniziative, sia di raccolta fondi che di sensibilizzazione dei cittadini verso questi bisogni considerando che quasi sempre in fatto di organi e sangue siamo in emergenza. Il tutto è stato presentato in una serata conviviale da Alcide a Poggibonsi, alla presenza di un gremito pubblico e di un tavolo di relatori di prim’ordine. Il progetto è sostenuto dal Rotary Club Alta Valdelsa, di cui Rotaract Club Valdelsa è la costola più giovane, insieme a Rotary Club Valdelsa.

Ad aprire e salutare ci hanno pensato i rispettivi presidenti. Claudio Volterrani, Rotary Club Alta Valdelsa, che ha sottolineato quanto siano importanti queste azioni pensando alla salute del prossimo. Niccolò Burresi, Rotaract Club Valdelsa, ha aggiunto che come Consiglio si sono avvicinati a questo tipo di argomenti grazie ad iniziative realizzate con il gruppo donatori di sangue Fratres di Poggibonsi, a stretto contatto con il presidente, Giovanni Forconi. Poi la cosa ha preso campo ed eccoci a ‘Donare la Vita’. Raccontato anche da Caterina Borrani, vice presidente Rotaract. Paola Iacopini, presidente Commissione Azione e Interesse pubblico, ha sottolineato quanto sia importante, soprattutto per chi aspetta un rene, la donazione in vita che potrebbe dare molte più risposte rispetto a quella da cadavere. Il paziente che aspetta è un disabile al 100%.

Il dottor Giuseppe Campoccia, ex direttore centro trasfusionale, ha sottolineato che la ricerca con le staminali si sta avvicinando ad una sorta di sangue "artificiale" ma ad oggi il donatore resta la fonte più importante. Stefano Bonsi, presidente Fatres Sesto Fiorentino, ha illustrato la macchina associativa toscana in fatto di raccolta sangue spiegando che si deve spingere su informazione e promozione della donazione. Il dessert è stato offerto dalla locale ditta dolciaria "Opera Waiting".