
di Cristina Belvedere
Il Consiglio comunale serra i ranghi per tenere aperto il dossier su Mps. Era iniziata con i più infausti presagi l’assemblea straordinaria voluta dai gruppi consiliari e dallo stesso primo cittadino per parlare del Monte. Sul progetto di documento unitario elaborato dalla task-force formata dal civico Federico Minghi con Maurizio Forzoni (FdI) e Alessandro Masi (Pd) incombeva l’emendamento presentato da Paolo Salvini della Lega in merito alle "responsabilità del recente passato". Ma giorni prima, in conferenza dei capigruppo, era stato concordato di evitare nel testo ogni elemento divisivo. Di qui una serie di manovre e tecnicismi per non andare allo scontro e portare a casa il risultato.
Alla presenza dell’Arcivescovo Augusto Paolo Lojudice, del presidente della Provincia Silvio Franceschelli, del presidente della Fondazione Mps Carlo Rossi, nonché della parlamentare Pd Susanna Cenni e dei consiglieri regionali Marco Landi (Lega), Anna Paris ed Elena Rosignoli (Pd), ma anche della segretaria della Cisl di Siena Emanuela Anichini, i lavori del Consiglio sono stati interrotti dal presidente Marco Falorni per consentire ai capigruppo di trovare la quadratura del cerchio. La bozza del documento unitario era arrivata in aula con la firma di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Impegno civico Siena, Pd, Per Siena, In Campo, Siena Ideale e Sena Civitas. Durante l’assemblea si sono aggiunte le firme della Lega, di Siena Aperta e della coordinatrice del gruppo misto Laura Sabatini, assente per motivi di salute (ha inviato una mail, ndr). L’obiettivo non troppo nascosto era arrivare a una conta tra i gruppi consiliari firmatari della bozza sull’emendamento della Lega, considerato divisivo soprattutto in vista delle imminenti suppletive. I pronostici davano un risultato di parità (la Sabatini non poteva votare perché assente) tra favorevoli (Lega, Forza Italia, FdI, Siena Aperta Siena Ideale) e contrari (Pd, per Siena, Impegno civico Siena, Sena Civitas e In Campo): questo avrebbe portato l’atto in Consiglio, dove sarebbe passato grazie ai numeri della maggioranza. Ma a sparigliare le carte è stato Davide Ciacci di Siena Ideale, che ha annunciato ai capigruppo l’intenzione di votare contro l’emendamento della Lega, facendo gioco di squadra con l’altro civico, Federico Minghi, autore della mozione da cui è partita l’iniziativa del documento unitario. Di qui la mediazione arrivata dopo circa mezz’ora di urla e scambi di accuse tra i diversi consiglieri comunali. Nella bagarre è rimasto coinvolto lo stesso sindaco Luigi De Mossi che, nonostante un duro scambio di battute con Pierluigi Piccini (Per Siena), alla fine è riuscito a siglare la tregua tra maggioranza e opposizione, arrivando al documento unitario su Mps.
E’ bastato edulcorare l’emendamento della Lega, inserendo nel testo la frase: "Tenute ferme le diffuse responsabilità del recente passato". Poi la strada è stata tutta in discesa. De Mossi ha così ricevuto dall’assemblea comunale un mandato forte per "rivolgere, ancora, un nuovo e solenne appello al presidente del Consiglio, ai ministri Daniele Franco (Mef), Giancarlo Giorgetti (Mise) e Andrea Orlando (Lavoro) per un incontro, chiedendo di esplorare tutte le possibili soluzioni con un passaggio in Parlamento, valutando, anche, l’eventuale ipotesi di rinviare l’operazione di privatizzazione fin quando la Banca e la comunità senese non saranno effettivamente tutelate". Quattro i punti-chiave da cui il Comune di Siena non intende prescindere: la salvaguardia dei diritti dei dipendenti; la continuità del marchio Mps, il più antico del mondo; una soluzione che salvaguardi un’autonomia utile e un’integrità durevole della Banca; la difesa del complesso indotto di attività e la permanenza diretta di una presenza dello Stato per accompagnare l’evoluzione della Banca. "Siamo alla fine della corsa – ha commentato De Mossi al termine dei lavori –. Dobbiamo operare per tenere aperto il dossier su Mps, nella speranza che i giochi non siano già stati fatti. Abbiamo emendato le parti del documento unitario che non facevano chiarezza sull’obiettivo della municipalità. Ora il testo è più agile e snello. I rapporti con la Lega? Resta piena sintonia".