Con Generali che è scesa al 2,99% del capitale del Monte dei Paschi, Axa alla finestra pronta a intervenire per l’aumento di capitale, potenziali partner in attesa di conoscere il piano industriale 2022-2026, sindacati e dipendenti in fibrillazione per sapere se i 4mila esodi volontari saranno ’concentrati’ tutti nel 2022, è arrivato il giorno dei numeri. Domani a Rocca Salimbeni l’ad Luigi Lovaglio, l’unico amministratore delegato del Monte dei Paschi che, a parte la lettera ai dipendenti per i 550 anni della banca inviata a metà febbraio, non ha rilasciato né interviste né dichiarazioni di intenti.
"La storia di Mps è un patrimonio prezioso dal quale costruire un futuro fatto di certezze e orientato alla crescita sostenibile, a beneficio di clienti e dei territori dove operiamo. Di riflesso potremo diventare più attraenti anche per gli investitori - aveva scritto Lovaglio in quella lettera -. Sarà necessario lavorare intensamente per far sì che la banca possa liberarsi dalle legacy che fino ad oggi hanno condizionato la sua attività e permettere che il suo reale valore emerga in modo chiaro".
Restituire al Monte dei Paschi il suo valore, liberare la banca da un’eredità pesantissima di affari sballati, inchieste, processi e cattive gestioni: questa è la mission che l’ad vuole estrinsecare nel suo piano industriale. Che andrà stasera all’approvazione del cda e sarà presentato domani. Tiene sempre banco il documento votato all’unanimità dai capigruppo in consiglio comunale. Nel quale si chiede alle istituzioni locali e regionali di farsi interlocutori con il Mef affinché nel piano si preveda la possibilità che Siena rimanga la sede principale strategica e centro decisionale della banca, in qualsiasi scenario, salvaguardando gli asset fondamentali per il sostegno e la crescita dell’economia locale e garantendo la più ampia accessibilità al credito sul territorio per i progetti delle imprese, delle famiglie e dei giovani".