Si è tornati a parlare di multiutility, questa volta durante il Consiglio comunale di Rapolano Terme. Il progetto di una società di servizi allargata a gran parte della Regione, capace di convogliare la gestione di gas, luce, acqua e rifiuti, è ormai da anni sul tavolo di Estra e di Intesa. Siena continua a strizzare l’occhio al progetto, ma la condizione rimane la stessa: Siena e provincia devono tornare a essere parte attiva nelle scelte, anche dentro Estra. Durante il Consiglio comunale voluto dal sindaco Alessandro Starnini, sono stati il vicepresidente di Estra, Alessandro Fabbrini, il presidente di Centria, Roberto Rappuoli, e il presidente di Intesa Andrea Rossi, a confrontarsi sulla situazione multiutility.
Un passo importante per i Comuni che sarebbero chiamati ad entrarvi, e che vogliono avere piena consapevolezza della nuova missione in cui potrebbe lanciarsi la provincia. "Mi sono insediato in agosto 2023 – ha sottolineato Rossi – e ho preso conoscenza dell’accordo tra due soci di Estra, Coingas e Alia, che di fatto determina il controllo e coordinamento della società a favore di Alia. I sindaci soci di Intesa ci dettero mandato di non esercitare il diritto di recesso, ma di iniziare un percorso per ricostruire un rapporto con i soci di Estra e recuperare un ruolo nella partecipata, che si esprime ora solo con la vicepresidenza. Abbiamo lavorato sui concetti che i sindaci ci hanno espresso, soprattutto sull’avere parte attiva nel comitato di investimenti della nuova multiutility, che prevede investimenti sul territorio per 100 milioni per la transizione energetica. Nelle ultime settimane la situazione è cambiata in Estra, con le dimissioni del dg Irace". E ancora: "Negli ultimi mesi Siena ha subito scelte imposte da chi ha fatto un patto che oggi dimostra l’impossibilità di governare la società. Vogliamo riprendere il controllo su Estra, per poi costruirla da dentro da attori primari. Il rischio è di essere fagocitati da altre realtà già strutturate in Toscana. Una multiutility non a trazione fiorentina, che guardi ai territori senza escludere nessuno da governance e gestione dei servizi. Siena, Arezzo e Grosseto hanno gli stessi diritti, e forse maggiore necessità di altre province".
"Questo è un mondo di giganti – ha aggiunto Fabbrini –, Estra nel suo piccolo si confronta già con realtà italiane molto più grandi sul tavolo dell’energia. Le multiutility nascono per affrontare nel migliore dei modi le sfide del mercato. I Comuni dovrebbero entrare per svariate ragioni, come l’attrarre investimenti e il poter implementare tariffe mitigate. Inoltre, così si può partecipare ai processi decisionali. Intesa già distribuisce utili ai soci, Estra sta facendo numeri di bilancio importanti. Attraverso gli utili, che nella multiutility aumenterebbero, il Comune può investire. Si tratta di enti a maggioranza pubblica, ma la borsa (l’ingresso è stato bocciato dall’assemblea) va vista come strumento di finanziamento: le altre entità italiane sono quotate in Borsa, anche se le decisioni rimangono alla componente pubblica. Il non scegliere ti porta a subire decisioni di altri, rimanere soli in un’azienda che si confronta con un mercato sempre più dinamico non è semplice; è un obbligo di soci e amministratori vedere in prospettiva quale può essere il miglioramento di Estra".