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Detenuto parla ai ragazzi ’Parole incatenate’
La Giustizia Riparativa protagonista a Poggibonsi. Merito di un confronto nelle aule del Cpia 1 (Centro provinciale di istruzione per adulti), in viale Garibaldi: la scuola serale. Il concetto base della Giustizia Riparativa è permettere un incontro tra chi ha commesso un reato e la popolazione, per aprire un dialogo costruttivo tra l’uno e l’altro sui reciproci vissuti emotivi. A Poggibonsi un detenuto di Ranza ha illustrato i contenuti del lavoro nell’istituto penitenziario, con altre persone recluse, riguardo a delicati temi: la violenza e gli stati emotivi che generano rabbia, aggressività e impulsività. Anche un’occasione per presentare un libretto, ’Parole incatenate’, realizzato dallo stesso gruppo. E’ l’esito del progetto ’Parole in atto’, curato dall’associazione ’Girotondo Intorno al Sogno Aps’ di Arezzo della quale è referente Denise Pantuso, psicoterapeuta, e a cui hanno collaborato la Elena Luna, psicologa, e Ottavia Lassi, arteterapeuta. Esperienze narrate a Poggibonsi in un pomeriggio di restituzione. Un confronto tra il giovane detenuto e gli studenti, trenta, della terza media e del biennio delle superiori del Cpia con la docente Daniela Di Bonaventura, attiva anche a Ranza e impegnata con i colleghi Marco Di Domenico e Marco Manzo in un programma dedicato al rapporto tra "dentro e fuori le mura". Uno scambio fra gli allievi e un giovane che cerca di ritrovare una vita normale, grazie ai progetti di inclusione. Nel libro, pensieri, poesie, canzoni, capaci di abbracciare più argomenti.
Paolo Bartalini